martedì 7 ottobre 2008

USA 2008 - 32. New York


NEW YORK (31)
Popolazione: 19.297.729 (3°)
Capitale: Albany (94.172)
Città più grande: New York (8.274.527; metro area: 19.750.000)
Governatore: David Paterson (D)
Senato: Charles Schumer (D); Hillary Clinton (D)
Camera: GOP 6 DEM 23 - Tim Bishop (D); Steve Israel (D); Peter King (R); Carolyn McCarthy (D); Gary Ackerman (D); Gregory Meeks (D); Joseph Crowley (D); Jerrold Nadler (D); Anthony Weiner (D); Edolphus Towns (D); Yvette Clark (D); Nydia Velazquez (D); Vito Fossella (R); Carolyn Maloney (D); Charles Rangel (D); Jose Serrano (D); Eliot Engel (D); Nita Lowey (D); John Hall (D); Kirsten Gillibrand (D); Michael McNulty (D); Maurice Hinchey (D); John McHugh (R); Michael Arcuri (D); James Walsh (R); Thomas Reynolds (R); Brian Higgins (D); Louise Slaughter (D); Randy Kuhl (R)

New York è il 4° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 20.8% inferiore alla media nazionale e negli ultimi anni il trend è favorevole al partito democratico. Swing-state puro nei primi anni della storia politica americana (dal 1866 al 1896 nessun candidato ha avuto un vantaggio superiore al 5% nei confronti dell'avversario), agli inizi del '900 lo stato di New York ha conosciuto un lungo dominio repubblicano (interrotto solo da Woodrow Wilson nel 1916) fino all'era-Roosevelt. Dopo aver attraversato con entusiasmo decrescente - soprattutto nel 1940 e nel 1944 - le quattro presidenze di FDR, l'Empire State è tornato a votare per il GOP nel 1948 (Dewey +1%), nel 1952 (Einsenhower +12%) e nel 1956 (Eisenhower +23%); per poi tornare all'ovile democratico nel 1960 (Kennedy +5%), nel 1964 (Johnson +37%) e nel 1968 (Humphrey +5%). La buona vittoria di Nixon nel 1972 (+17%) e quella più risicata di Carter nel 1976 (+5%) sono state il preludio agli ultimi due successi repubblicani nello stato, quelli di Reagan nel 1980 (+3%) e nel 1984 (+8%). Ma ormai New York stava scivolando sempre di più in casa democratica, come avrebbero dimostrato le vittorie di Dukakis nel 1988 (+4%), di Clinton nel 1992 (+16%) e nel 1996 (+29%), di Gore nel 2000 (+25%) e di Kerry nel 2004 (+18%).

Malgrado la sconfitta del senatore junior dello stato (Hillary Rodham Clinton) alle primarie democratiche, l'Empire State non è mai stato in gioco nel ciclo elettorale 2008. Se si esclude un outlier di Siena University all'inizio di settembre, soltanto nel mese di aprile il vantaggio di Obama è stato inferiore alla doppia cifra. E oggi la media RCP registra un distacco a favore del candidato democratico appena inferiore al 20%. In più, oltre a non avere alcuna speranza di conquistare i 31 electoral votes a disposizione, il GOP deve giocare in difesa in almeno 3 dei 6 seggi della Camera che gli sono rimasti dopo la batosta del 2006. Con l'ex sindaco di New York City, Rudy Giuliani, alla testa del ticket, i repubblicani avrebbero almeno potuto sperare in una sconfitta onorevole. Con lo scontro Obama-McCain, invece, rischiano di andare peggio che nel 2004, avvicinandosi ai livelli delle disfatte subite nel 1996 e nel 2000.


Se si analizzano le mappe elettorali dell'Empire State, non si può non rimanere stupiti per la prevalenza del rosso rispetto al blu. Per vincere nello stato, però, ai democratici bastano le contee di New York City. Bronx, Kings, New York, Queens: in queste quattro contee il partito democratico, nel 2004, ha staccato quello repubblicano di quasi un milione e mezzo di voti. Si tratta della stessa quantità di voti di distacco (anzi, qualcosa di più) che ci sono stati tra Kerry e Bush alle ultime elezioni presidenziali. Per quanto riguarda il resto dello stato, i democratici sono generalmente più forti anche nelle altre aree urbane (Albany, Buffalo, Rochester e Syracuse), mentre in molti sobborghi e le zone rurali di Upstate New York il GOP si afferma con percentuali che oscillano tra il 55% e il 65%. In alcune aree suburbane molto popolose (come Wetchester e Long Island), infine, i rapporti di forze tra i due partiti maggiori sono molto equilibrati.

Con una superiorità così schiacciante a New York City, ci vorrebbe un cataclisma per far sviolare l'Empire State lontano dal blu notte tipico del New England. Anzi, per dirla tutta, nemmeno un cataclisma (9/11, anyone?) è stato sufficiente. Lo stato di New York fila diritto nella colonna DEM Solid, senza se, senza ma e senza forse. Altri 31 electoral votes per il partito democratico.

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