sabato 21 giugno 2008

USA 2008 - 13. Illinois


ILLINOIS (21)
Popolazione: 12.831.970 (5°)
Capitale: Springfield (116,482)
Città più grande: Chicago (2.896.016)
Governatore: Rod Blagojevich (D)
Senato: Richard Durbin (D); Barack Obama (D)
Camera: DEM 11 GOP 8. Bobby Rush (D); Jesse Jackson Jr. (D); Daniel Lipinski (D); Luis Gutierrez (D); Rahm Emanuel (D); Peter Roskam (R); Danny Davis (D); Melissa Bean (D); Jan Schakowsky (D); Mark Steven Kirk (R); Jerry Weller (R); Jerry Costello (D); Judy Biggert (R); Bill Foster (D); Tim Johnson (R); Donald Manzullo (R); Phil Hare (D); Ray Lahood (R); John Shimkus (R)

L'Illinois è il 7° stato meno conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 12,8% inferiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al Partito Democratico. Fino all'era Clinton, l'Illinois del dopoguerra era sempre stato un battleground state con una spiccata predilezione per i repubblicani, tanto che dal 1948 al 1988 gli unici democratici a conquistare lo stato alle presidenziali sono stati Kennedy nel 1960 (per soli 9.000, contestatissimi, voti) e Johnson nel 1964. Perfino il governatore dello stato, Adlai Stevenson, perse sia nel 1952 che nel 1956 contro Eisenhower. Dal 1992, però, l'Illinois si è comportato elettoralmente in modo sempre più simile alla sua città più popolosa - Chicago - che ormai da più di un secolo è una delle roccaforti più impenetrabili del Partito Democratico. Oggi l'Illinois è lo stato più "blu" di tutto il Midwest.

Dominata dai democratici già nella seconda metà del 19° secolo, la politica di Chicago ha sempre rappresentato una deviazione progressive rispetto al mood generale degli Stati Uniti (ma anche del resto dell'Illinois), con l'ultimo sindaco repubblicano eletto addirittura nel 1927. E nessun uomo politico ha rappresentato - anche nei suoi lati oscuri - il predominio democratico sulla città quanto il sindaco Richard J. Daley (autore, tra l'altro, del "furto" ai danni di Nixon che costò 27 electoral votes al GOP nel 1960), in carica dal 1955 al 1976 e padre dell'attuale sindaco Richard M. Daley.

Nel ciclo elettorale del 2008, con il senatore junior dello stato (Barack Obama) candidato alla presidenza, i 21 electoral votes dell'Illinois sono ormai proprietà esclusiva del Partito Democratico. Gli unici due sondaggi condotti quest'anno (a gennaio e febbraio) vedevano Obama in vantaggio di 21 e 29 punti. Sondaggi più recenti, con ogni probabilità, sarebbero ancora più sfavorevoli al GOP. Nella corsa per il Senato, anche il seggio di Richard Durbin (D) è al riparo da ogni sorpresa, mentre sono molto a rischio quelli dei repubblicani Jerry Weller (11° distretto) e Mark Steven Kirk (10°). L'unico deputato democratico a soffrire, ma neppure troppo, potrebbe essere Melissa Bean nell'8° distretto.


Geograficamente, come abbiamo già detto, il controllo democratico dello stato è dovuto soprattutto al dominio totale esercitato nella Cook County di Chicago, dove vota quasi un terzo degli elettori totali (nel 2004, Kerry a Cook County ha battuto Bush 70,2 a 29,1, con più di 800mila voti di vantaggio). Nel resto dell'Illinois - a parte qualche contea del nord-ovest al confine con l'Iowa (Rock Island, Whiteside) e nel sud-ovest al confine col Missouri (Madison, St. Clair) - il GOP è sempre davanti, con punte particolarmente significative al confine orientale con l'Indiana e, in genere, in tutte le zone rurali dello stato. Si tratta di contee, però, che non hanno un numero di elettori sufficiente a colmare il vantaggio accumulato dai democratici a Chicago e nelle aree metropolitane delle Quad Cities e di East St. Louis.

Se ci fosse una colonna "blu notte", probabilmente saremmo costretti a catalogare l'Illinois in questa categoria. I simpatizzanti democratici, però, dovranno accontentarsi di un verdetto DEM Solid particolarmente solido. Altri 21 electoral votes per Obama.

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