UPDATE 22/09
da GOP Solid a GOP Leaning
UPDATE 15/09
da GOP Leaning a GOP Solid
INDIANA (11)
Popolazione: 6.313,520 (15°)
Capitale: Indianapolis (781.870)
Governatore: Mitch Daniels, Jr. (R)
Senato: Richard Lugar (R); Evan Bayh (D)
Camera: DEM 5 GOP 4. Peter Visclosky (D); Joe Donnelly (D); Mark Souder (R); Stephen Buyer (R); Dan Burton (R); Mike Pence (R); Andre Carson (D); Brad Ellsworth (D); Baron Hill (D)
L'Indiana è il 12° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 18,2% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al Partito Repubblicano. Anche se nell'ultimo secolo la metà dei governatori dell'Indiana è stata democratica, a livello di elezioni presidenziali lo stato può essere considerato una roccaforte repubblicana. Dal 1900 ad oggi, gli unici candidati democratici ad aver vinto nell'Hoosier State sono stati Wilson (1912), F.D. Roosevelt (1932 e 1936; ma FDR è stato sconfitto sia nel 1940 che nel 1944) e Johnson (1964). In tutte le altre elezioni è stato il candidato del GOP a prevalere, con percentuali - a volte - molto significative: Hoover nel 1928 (59%); Eisenhower nel 1952 e nel 1956 (58% e 59%); Nixon nel 1972 (66%); Reagan nel 1984 (61%); Bush Sr. nel 1988 (59%); Bush Jr. nel 2004 (60%).
Avremmo potuto tranquillamente considerare l'Indiana uno stato GOP Solid (e non è escluso che, più avanti, possa essere così), se non fosse che nelle elezioni di mid-term del 2006 la crescita del Partito Democratico è stata particolarmente significativa. Basti pensare che alla Camera i repubblicani sono passati da un 7-2 a un 4-5. E anche nel 2008 le cose non sembrano particolarmente agevoli per il GOP. Gli ultimi sondaggi sono piuttosto contradditori: Survey USA e Downs Center registrano addirittura un lievissimo vantaggio per Obama (+1%), mentre Research 2000 e Indiana Insight (che stranamente non compare nella media di Real Clear Politics) vedono davanti McCain, rispettivamente di 8 e 9 punti percentuali. Potrebbe essere più scomoda del previsto anche la rielezione del governatore repubblicano Daniels che finora, nei sondaggi, non è riuscito a staccare il rivale democratico Long-Thompson più di 4-5 punti.
Storicamente, i repubblicani sono sempre stati più forti nella zona centrale e orientale dello stato, oltre che nei sobborghi delle città più popolose. I democratici, invece, vanno meglio nelle aree urbane (Indianapolis, soprattutto) e al confine nord-occidentale con l'Illinois (a poche miglia da Chicago). E' interessante notare, però, come i candidati democratici che riescono a vincere in Indiana siano mediamente più "conservatori" che nel resto del Paese. Non siamo ai livelli dei Dixiecrats del Sud - soprattutto perché la composizione demografica è nettamente diversa - ma si tratta di un indicatore importante dello "spostamento a destra" dell'Hoosier State rispetto agli standard del Midwest.
Abbiamo esitato a lungo prima di assegnare all'Indiana lo status (temporaneo) di GOP Leaning. Sondaggi a parte, ci sembra davvero improbabile che Obama riesca a recuperare il distacco di oltre 500mila voti (su 2 milioni e mezzo totali) accumulato da Kerry nei confronti di Bush nel 2004, portandosi a casa gli 11 electoral votes in palio. La forte componente white collar dello stato, poi, dovrebbe in teoria favorire McCain anche tra gli Indipendenti. Per perdere in Indiana, insomma, il GOP dovrebbe collassare - a livello nazionale - verso percentuali simili a quelle del 1964. E' possibile, naturalmente, ma a nostro avviso estremamente improbabile. Per quieto vivere, però, ci limitiamo per ora a formalizzare quel margine di dubbio statistico che molti istituti di ricerca hanno registrato nelle scorse settimane. In attesa che, con l'avvicinarsi di novembre, l'Indiana restituisca al GOP certezze più solide.
Governatore: Mitch Daniels, Jr. (R)
Senato: Richard Lugar (R); Evan Bayh (D)
Camera: DEM 5 GOP 4. Peter Visclosky (D); Joe Donnelly (D); Mark Souder (R); Stephen Buyer (R); Dan Burton (R); Mike Pence (R); Andre Carson (D); Brad Ellsworth (D); Baron Hill (D)
L'Indiana è il 12° stato più conservatore degli Stati Uniti. Nel 2004, il voto per il candidato repubblicano è stato del 18,2% superiore alla media nazionale. E il trend degli ultimi anni è favorevole al Partito Repubblicano. Anche se nell'ultimo secolo la metà dei governatori dell'Indiana è stata democratica, a livello di elezioni presidenziali lo stato può essere considerato una roccaforte repubblicana. Dal 1900 ad oggi, gli unici candidati democratici ad aver vinto nell'Hoosier State sono stati Wilson (1912), F.D. Roosevelt (1932 e 1936; ma FDR è stato sconfitto sia nel 1940 che nel 1944) e Johnson (1964). In tutte le altre elezioni è stato il candidato del GOP a prevalere, con percentuali - a volte - molto significative: Hoover nel 1928 (59%); Eisenhower nel 1952 e nel 1956 (58% e 59%); Nixon nel 1972 (66%); Reagan nel 1984 (61%); Bush Sr. nel 1988 (59%); Bush Jr. nel 2004 (60%).
Avremmo potuto tranquillamente considerare l'Indiana uno stato GOP Solid (e non è escluso che, più avanti, possa essere così), se non fosse che nelle elezioni di mid-term del 2006 la crescita del Partito Democratico è stata particolarmente significativa. Basti pensare che alla Camera i repubblicani sono passati da un 7-2 a un 4-5. E anche nel 2008 le cose non sembrano particolarmente agevoli per il GOP. Gli ultimi sondaggi sono piuttosto contradditori: Survey USA e Downs Center registrano addirittura un lievissimo vantaggio per Obama (+1%), mentre Research 2000 e Indiana Insight (che stranamente non compare nella media di Real Clear Politics) vedono davanti McCain, rispettivamente di 8 e 9 punti percentuali. Potrebbe essere più scomoda del previsto anche la rielezione del governatore repubblicano Daniels che finora, nei sondaggi, non è riuscito a staccare il rivale democratico Long-Thompson più di 4-5 punti.
Storicamente, i repubblicani sono sempre stati più forti nella zona centrale e orientale dello stato, oltre che nei sobborghi delle città più popolose. I democratici, invece, vanno meglio nelle aree urbane (Indianapolis, soprattutto) e al confine nord-occidentale con l'Illinois (a poche miglia da Chicago). E' interessante notare, però, come i candidati democratici che riescono a vincere in Indiana siano mediamente più "conservatori" che nel resto del Paese. Non siamo ai livelli dei Dixiecrats del Sud - soprattutto perché la composizione demografica è nettamente diversa - ma si tratta di un indicatore importante dello "spostamento a destra" dell'Hoosier State rispetto agli standard del Midwest.
Abbiamo esitato a lungo prima di assegnare all'Indiana lo status (temporaneo) di GOP Leaning. Sondaggi a parte, ci sembra davvero improbabile che Obama riesca a recuperare il distacco di oltre 500mila voti (su 2 milioni e mezzo totali) accumulato da Kerry nei confronti di Bush nel 2004, portandosi a casa gli 11 electoral votes in palio. La forte componente white collar dello stato, poi, dovrebbe in teoria favorire McCain anche tra gli Indipendenti. Per perdere in Indiana, insomma, il GOP dovrebbe collassare - a livello nazionale - verso percentuali simili a quelle del 1964. E' possibile, naturalmente, ma a nostro avviso estremamente improbabile. Per quieto vivere, però, ci limitiamo per ora a formalizzare quel margine di dubbio statistico che molti istituti di ricerca hanno registrato nelle scorse settimane. In attesa che, con l'avvicinarsi di novembre, l'Indiana restituisca al GOP certezze più solide.