"Quando si parla di riflessione su se stessi, Obama è un overachiever. A 46 anni ha già scritto due libri di memorie, quando la maggior parte degli uomini pubblici, alla fine della carriera, sono fortunati ad averne scritto uno".Uno stratosferico Rich Lowry, sulla National Review Online, scrive finalmente la verità, tutta la verità, sull'uomo politico più sopravvalutato della storia dell'umanità. E sulla sua insular, self-obsessed campaign.
RightNation
martedì 30 ottobre 2007
Self-Obsessed
The Two-Man Race
Sono due strategie sensate (anche se a noi continua a sembrare molto più convincente quella di Giuliani), ma soprattutto si tratta degli unici due scenari con una qualche probabilità di avverarsi. E questo, in soldoni, rappresenta una pessima notizia sia per Fred Thompson che per John McCain.
venerdì 26 ottobre 2007
Rudy's Gurus
giovedì 25 ottobre 2007
The Only One
Debunked. Again
Round-Up: The Corner, The Van Der Galiën Gazette, Gates of Vienna, Patterico's Pontifications, The Jawa Report, Blogs for Bush, A Blog For All, Power Line, The American Mind, Redstate, QandO, Neocon News, Wizbang, Macsmind, Riehl World View, Sister Toldjah, Hot Air, Ace of Spades HQ, Obsidian Wings, Flopping Aces, Confederate Yankee, BlackFive, Protein Wisdom, Blue Crab Boulevard, Mediabistro, Little Green Footballs, Michelle Malkin, Captain's Quarters.
Adulthood
UPDATE. Da XXI Century Blog, un buon round-up (in italiano) sulle primarie. Su RDM20, la traduzione di un articolo su Rudy, Bush e i neocon scritto da Daniel Pipes per il Jerusalem Post.
mercoledì 24 ottobre 2007
Shades of Gray
Global Flip-Flopper
Round-Up: Sister Toldjah, Take Our Country Back, Blue Crab Boulevard, FreeSpeech.com, Betsy's Page, Say Anything.
Skeptical Elephants
UPDATE. Le ultime quote dai bookmaker di InTrade: Giuliani 44.0%, Romney 23.6%, Thompson 11.7%, McCain 7.0%, Paul 6.5%, Huckabee 5.0%.
crossposted @ Italian Bloggers for Giuliani 2008
San Diego is Burning
martedì 23 ottobre 2007
Avanti il prossimo
Poi, crollata la candidatura di McCain, è stato il turno di Mitt Romney, il mormone che piace tanto ai cristiani che non sopportano i mormoni. Mitt è un bell'uomo, assomiglia ai presidenti che si vedono nei film, piaceva all'establishment del GOP e raccoglieva un sacco di soldi in giro. Rudy era spacciato. Ed è durato lo spazio di qualche settimana.
Svanito Romney dai radar dei sondaggisti, è stato scoperto Fred Thompson. Un attore (come Reagan!), un vero conservatore (come Reagan!), un anti-abortista che finanzia le lobby abortiste (come Reagan?), un ex senatore (come Reagan?) annoiato da Washington: Rudy non aveva scampo. Ed è durato lo spazio di qualche giorno: il tempo di accendere la tv, vedere Big Fred senza Law&Order e archiviare la pratica.
Adesso, con Rudy in testa nei sondaggi fin dalla notte dei tempi, è arrivato il momento dell'ultimo sfidante: Mike Huckabee. Si dice, si mormora, si sussurra che sia lui il candidato-preferito-dai-conservatori. Altro che quel transessuale dell'America's Mayor! Durerà lo spazio di qualche secondo.
Scomparso il buon Mike (che è un ottimo candidato, per carità), sarà il caso di concedere qualche nanosecondo anche a Ron Paul, se non altro per par condicio. Ma poi fateci una cortesia: aprite gli occhi, mandate giù il rospo (dovremmo essere abituati a ben altro) e iniziamo ad esorcizzare il male assoluto.
lunedì 22 ottobre 2007
Louisiana On My Mind
No Logo, No Brain
- Quale tipo di democrazia sarebbe ideale per evitare i disastri del liberarismo economico? Graziano, Londra
- Lei pensa veramente che il neo-liberismo sia solo una forma politica? Non crede che sia la stessa natura strutturale del capitalismo quella di essere basata aul neo-liberismo? Manuel, Milano
- La ringrazio per ricordarci che il capitalismo ottocentesco, tanto in voga dopo la caduta del campo socialista, il cosiddetto libero mercato lungi dal risolvere i problemi globali li aggrava notevolmente. Non sarebbe meglio consumare meglio e consumare tutti? Saremmo anche più felici. Marco, Roma
- Beautiful. Sei una bellissima donna oltre a essere una bravissima professionista. Complimenti. Donato, Bari
- Volevo chiedere, secondo lei, e' possibilie creare una societa' dove la proprieta' privata non esiste, tipo quella anarchica? Un modello tipo che quello russo centralizzato, ma che non permetteva la proprieta' privata in una situazione di democrazia ( a differenza di quello russo ) e' attuabile? Mario, Milano
- Il capitalismo delle donne è diverso da quello dei maschi? Davide, Milano
- Dittatura capitalista. Dopo aver tenuto a precisare che non sono un'estremista di sinistra... Mi sembra che dopo il periodo storico delle dittature comuniste ci avviciniamo sempre piu` ad una dittatura del sistema capitalistico che punta a controllare la società in nome del solo profitto. Che ne pensa? Marco, Milano
- Il capitalismo si basa sull'egoismo, il comunismo sull'altruismo. Massimo Lanzilli, Napoli
- Dott. Kleine, come si può contrastare l'intervento di un Bush o di altri Presidenti di Nazioni democratiche, i quali dopo aver subito eventi disastrosi, fanno approvare dai loro Parlamenti e digerire ai propri concittadini, leggi che prima dell'evento disastroso erano improponibili? Antonio, Agrigento
The Right Poland
giovedì 18 ottobre 2007
Black VeePee?
La lista di Mayer è molto dettagliata: i senatori Dick Lugar (Indiana), John Cornyn (Texas), John Thune (South Dakota) e Lamar Alexander (Tennessee); i governatori Mark Sanford (South Carolina), Matt Blunt (Missouri) e Tim Pawlenty (Minnesota). Tutti maschi/bianchi, però, e questo potrebbe rappresentare un problema se Hillary Rodham Clinton o Barack Obama riuscissero - come sembra ormai molto probabile - ad imporsi in campo democratico. E qui le ipotesi si fanno più interessanti.
La senatrice Olympia Snow (Maine) potrebbe rappresentare un buon asset nel New England, ma è davvero troppo liberal per essere digerita dalla base del GOP. Luci ed ombre anche per la senatrice Kay Bailey Hutchison (Texas), per il governatore delle Hawaii Linda Lingle (divorziata, moderata, ebrea) e per la senatrice Lisa Murkowski (Alaska). A nostro avviso, poi, Mayer scarta con troppa fretta l'ipotesi Condoleezza Rice, le cui chance sarebbero state travolte dal "disastroso destino del gabinetto Bush".
Sono gli ultimi due nomi, però, a scatenare la fantasia facendo immaginare scenari imprevedibili. Il primo è Joseph I. Lieberman, senatore ex democratico (attualmente indipendente) del Connecticut, già candidato alla vicepresidenza nel 2000 in ticket con Al Gore. Lieberman è un "falco" (ebreo del nord-est) che ha rotto con i democratici sull'Iraq e sulla guerra al terrorismo. Secondo Mayer potrebbe aiutare il GOP in Florida, nel New Jersey e forse anche in Connecticut e a New York, diventando il primo candidato alla vicepresidenza nominato da due partiti diversi.
Escludendo Newt Gingrich (che in caso di vittoria di Giuliani rappresenterebbe la nostra prima scelta assoluta), di cui Mayer non parla affatto, l'ultimo nome della lista è quello più eccitante. Si tratta di Clarence Thomas, giudice (nero) della Corte Suprema la cui raccolta di memorie ("My Grandfather's Son") è uscita da qualche settimana nelle librerie americane. Intorno a questo libro - e intorno alla controversa figura di Thomas - si sta sviluppando un dibattito interessante sui cui sarà il caso di tornare in futuro. Per ora, è interessante notare come le voci su una sua possibile candidatura si stiano moltiplicando in questi giorni. E sarebbe la prima volta dal 1916 (Charles Evans Hughes, un altro repubblicano) che un giudice della Corte Suprema si dimette per puntare alla vicepresidenza. Secondo Mayer, "Thomas garantirebbe instant balance a qualsiasi ragazzotto bianco del GOP e costringerebbe i democratici a lottare per mantenere il 90% del voto nero, che ormai considerano come loro proprietà privata". Se Clarence Thomas riuscisse a conquistare appena il 25% di questo segmento elettorale, insomma, le speranze democratiche di conquistare la Casa Bianca nel 2008 sarebbero notevolmente ridimensionate. Purtoppo, per ora si tratta di fantapolitica.
mercoledì 17 ottobre 2007
martedì 16 ottobre 2007
Ridiculous
"Stiamo facendo il lavaggio del cervello ai nostri bambini, che vanno a vedere il film di Gore e vengono riempiti di sciocchezze. E' ridicolo. Tra dieci o quindici anni ci renderemo conto della stupidità di tutto ciò: l'impatto umano sull'atmosfera è semplicemente troppo ridotto per avere effetti rilevanti sulla temperatura terrestre", ha dichiarato il professore di fronte ad una platea di circa 300 persone, in maggior parte professionisti del campo meterologico. "Quello che mi preoccupa maggiormente", ha concluso Gray, "è che i miei colleghi scienziati non facciano sentire la propria voce contro qualcosa che sanno essere sbagliato. Ma è vero che, se parlassero, perderebbero tutti i contributi che circolano oggi. A me questi contributi non interessano".
Un nesso tra esseri umani (o meglio, tra debolezze umane) e global warming, dunque, potrebbe esserci. Ma non è certo quello che cercano di contrabbandare Gore e i suoi pasdaran ambientalisti.
P.S. A proposito di Nobel "veri", invece, Epistemes.org ci spiega chi sono Hurwicz, Maskin e Myerson.
lunedì 15 ottobre 2007
Polls & Bookmakers
Secondo Rasmussen Reports, l'istituto di ricerca che ha sempre visto Thompson, negli ultimi mesi, con le migliori performance, il vantaggio di Giuliani è ormai arrivato in doppia cifra. L'America's Mayor conduce con il 28% dei consensi, contro il 18% di Big Fred, il 14% di Mitt Romney e il 10% di John McCain. Nell'analisi di Scott Rasmussen, il trend è chiaro. Anche per FOX News, che comunque vedeva Giuliani in largo vantaggio, Rudy è davanti di 13 punti percentuali (29% contro 16%), con Romney e Huckabee in leggera crescita. Ultimo sondaggio del weekend, quello di American Research Group, che vede il vantaggio di Rudy schizzare da un misero 1% ad un solido 8% nell'ultimo mese. E tutto, o quasi, a causa del crollo di Thompson.
Non deve stupire, dunque, se nel "mercato virtuale" di InTrade le quotazioni di Thompson, che erano sempre state molto vicine a quelle di Giuliani, sono precipitate al terzo posto tra i candidati repubblicani, addirittura dietro a quelle di Romney. Nel momento in cui scriviamo, le percentuali di vittoria sono le seguenti: Giuliani 39,7%; Romney 25,7%; Thompson 16,2%; Paul 7,0%; McCain 6,5%; Huckabee 3,0%. Se non vi fidate troppo dei sondaggisti, fareste bene a non sottovalutare i bookmaker.
venerdì 12 ottobre 2007
Albert Arnold Gore Jr.
Pensavate anche voi che la parabola discendente dei Premi Nobel non potesse scivolare più in basso di Dario Fo e Yasser Arafat? Think again. Oggi l’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha infatti assegnato il Nobel per la pace ad Albert Arnold Gore Jr., detto Al, ex vicepresidente degli Stati Uniti, ex candidato (sconfitto) alla Casa Bianca, ex presunto “inventore di Internet” ed attuale campione mediatico del più retrivo medievalismo ambientalista. Il Comitato Nobel ha deciso di premiare Gore per i suoi “sforzi nel rafforzare e diffondere una maggiore conoscenza sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo” e per “aver posto le basi delle misure che sono necessarie per contrastare tale cambiamento”. E, già che c’era, ha assegnato lo stesso riconoscimento al Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU (IPCC).
giovedì 11 ottobre 2007
Post Debate Round-Up
Stephen Green, su Pajamas Media (via Nequidnimis), non si è fatto impressionare dal look tirato a lucido di Thompson: per lui Big Fred non è stato assolutamente all'altezza del Mitt & Rudy Show. Anche Roger L. Simon, su The Politico, è rimasto deluso dalla performance di Thompson, ma per lui Romney è andato molto peggio (bene, invece, Giuliani e McCain). Secondo Quin Hillyer, su Human Events, invece, Giuliani e Thompson si sono nettamente distinti dal resto dei candidati, soprattutto sui temi economici, tanto da poter essere considerati i veri vincitori del dibattito. Ed Morrisey, su Captain's Quarters, ha visto in Thompson il vincitore unico (e nel moderatore Chris Matthews il vero sconfitto). Dello stesso parere (su Thompson) Kathryn Jean Lopez su The Corner, a cui - comunque - non è dispiaciuto nessuno dei candidati. Esattamente il contrario di quello che pensa la maggioranza dei mainstream media (Steven Pearlstein sul Washington Post è soltanto un esempio).
Per sapere come il team di Thompson ha reagito al dibattito, vi consigliamo di leggere Byron York su The National Review. Mentre Jay Cost, su Real Clear Politics, non si sbilancia e vuole sentire l'opinione diretta dei simpatizzanti repubblicani che hanno assistito all'evento. Anche a Michael Goodwin, sul New York Daily News, Thompson è piaciuto. Ma nel suo articolo Goodwin sembra soprattutto interessato ad affossare Giuliani, come si conviene ad un ex del New York Times e della Columbia University. Sempre da sinistra, Noam Scheiber su The Plank (il blog di The New Republic), si è fatto un'idea piuttosto diversa: "Il dibattito (...) è andato come l'intera campagna elettorale negli ultimi mesi. Molta eccitazione per Fred Thompson, ma la vera sfida è stata tra Rudy Giuliani e Mitt Romney". Non è un caso, forse, se nell'ultimo ranking del National Journal sui candidati repubblicani Thompson è scivolato al terzo posto (davanti, nell'ordine, a McCain, Paul e Huckabee) scavalcato proprio dallo stesso Romney. Ah, già, Il numero uno è sempre Rudy.
UPDATE. Maria Luisa Rossi Hawkins, su Stelle a Strisce. Lettura obbligatoria.
martedì 9 ottobre 2007
Primarie GOP: nuovo sondaggio Gallup alla vigilia del dibattito in Michigan
Le dinamiche della competizione interna al GOP sembrano essere rimaste piuttosto stabili fin dall'inizio di settembre. Con 12 e 16 punti percentuali di vantaggio sui diretti inseguitori, la posizione dell'America's Mayor sembra abbastanza tranquilla quando ormai mancano pochi mesi alle prime consultazioni elettorali: da luglio ad oggi, i consensi per Rudy sono sempre oscillati tra il 30% e il 34% (nei sondaggi Gallup).
Thompson continua ad avere una percentuale di "riconoscibilità" (63%) ancora inferiore a Giuliani (87%) e McCain (85%). E questo, nel medio periodo, potrebbe anche rappresentare un vantaggio. Big Fred, però, è distanziato nei "favorable ratings", in cui il suo svantaggio da Giuliani e McCain è, rispettivamente, del 19% e dell'8%.
Dal canto suo, McCain ha interrotto, almeno parzialmente, il trend negativo degli ultimi mesi, ma non sembra riuscire a tornare sui livelli dell'inizio 2007, quando era il front-runner del GOP insieme a Giuliani.
Malgrado un massiccio sforzo finanziario (e mediatico), la candidatura di Romney non riesce invece a decollare. E i suoi numeri sono pericolosamente vicini a quelli di un outsider puro come Huckabee. Encefalogramma piatto anche per Ron Paul, fermo al 2% malgrado una campagna elettorale molto innovativa su Internet (con ottimi risultati nel fundraising) e il fervore quasi mistico dei suoi sostenitori.
lunedì 8 ottobre 2007
Barry's Advice
State of Fear
Si tratta di letture altamente istruttive, perché ripercorrono pedissequamente i talking-points democratici su Rudy, dandoci la possibilità di intuire le traiettorie degli attacchi clintoniani nei prossimi mesi. Come scrivevamo in tempi non sospetti, il plot è già scritto: bisogna solo stabilire quali saranno le sue dinamiche nel tempo.
sabato 6 ottobre 2007
MVB
1) Se i Circoli sono soltanto un "fenomeno mediatico", si tratta di un fenomeno particolarmente impressionante. Radunare ventimila persone di sabato pomeriggio a Roma, da tutte le parti d'Italia e di tutte le categorie sociali, non è qualcosa che riescono a fare i fantasmi. Almeno, non i fantasmi che ho conosciuto io.
2) La voglia di partecipazione dei cittadini alla politica, nel senso più nobile del termine, è ancora più impressionante. E si legge, senza troppi sforzi, sui volti delle persone,
3) La potenza di fuoco della nostra blogosfera irrompe, per la prima, in sala stampa. Gomito a gomito con i mainstream media (NextCon, Dall'Altra Parte, RDM20, The Mote in God's Eye, Il Giulivo, Upl, Valentina Meliadò, Mikereporter, Inyqua - oltre a Krillix e StarSailor in palese conflitto d'interessi). La rivoluzione parte anche da qui,
venerdì 5 ottobre 2007
Al Gore, 1992
Cash on Hand
Jokers
La mamma dei cretini
Un democratico su cinque (secondo Fox News, via Power Line) pensa che il mondo sarebbe un posto migliore se gli Stati Uniti perdessero la guerra in Iraq.
Earth to Fred
Lettera aperta a Fred Thompson. Quin Hillyer, su The American Spectator.(...) Stop coasting, sir. Start sharpening your language. Start working on your delivery of formal speeches: What works in one-minute radio commentaries and on radio talk shows does not work from behind a podium. What works from the back of a pickup truck does not work in front of people in suits eating dinner.
Can you still win this nomination? Definitely. But right now you are squandering not just your own presidential aspirations, but the faith that conservatives put in you this past spring when you assured us that you were "the one." It's called "running" for the presidency, sir, and right now all you're doing is ambling. You can do better. And you better start soon.
mercoledì 3 ottobre 2007
Il diciassette porta bene
martedì 2 ottobre 2007
The Jesus-Hillary Machine
(...) Il gran capo della Jesus Machine, James Dobson, è irremovibile. Non si è mai trattenuto dal giudicare irricevibile la candidatura di Giuliani, così come quella di John McCain. I dubbi sul mormonismo di Mitt Romney e sulla sua recente, e sospetta, conversione ai temi sociali, portano a diffidare anche dell’ex governatore del Massachusetts. Non convince nemmeno Fred Thompson.La "conferenza a porte chiuse del Council for National Policy" di cui ha scritto oggi Christian Rocca su Il Foglio (qui il link all'articolo su Camillo) sulla scia delle rivelazioni di WordNetDaily e Salon.com, fa senza dubbio riflettere chi ha a cuore le sorti della Right Nation. La destra religiosa, in sostanza, avrebbe deciso di "scomunicare" Rudolph Giuliani, minacciando addirittura la creazione di un terzo partito nel caso in cui Rudy riuscisse a conquistare la nomination per il GOP. Ora, che i social conservatives siano insoddisfatti delle candidature espresse, fino ad oggi, dal campo repubblicano è perfettamente legittimo (anche se, a nostro avviso, nel caso dell'America's Mayor si tratta di una presa di posizione ideologica poco ancorata alla realtà dei fatti). Sempre legittimo, ma assai più incomprensibile e ai limiti del masochismo, invece, è che alcuni "portavoce" di una delle fazioni che compongono la big tent del GOP si prendano la responsabilità di spianare la strada alla candidatura di Hillary-pure-evil-Rodham-Clinton alla Casa Bianca soltanto perché gli attuali front-runner repubblicani, a loro giudizio, soddisfano soltanto "due requisiti su tre" della piattaforma classica del partito.
Qualcuno dovrebbe insegnare a questi signori (e magari anche a qualche figuro di casa nostra) che la politica è sempre una "scelta del male minore". E che in un mondo perfetto potremmo avere la soddisfazione di disegnare un candidato ideale ed accompagnarlo per mano nelle sue mirabolanti e fantastiche avventure, mentre in questo mondo imperfetto in cui ci ritroviamo a vivere, l'obiettivo deve essere quello di cercare il candidato-meno-imperfetto con le maggiori chance di vittoria.
Chi scrive, sostiene ferocemente la candidatura di Giuliani alle primarie del GOP, malgrado alcuni punti di contrasto con la sua storia politica e la sua piattaforma elettorale (soprattutto sull'interpretazione del secondo emendamento e parzialmente sull'aborto). Ma, parliamoci chiaro, mi basta sentire l'odore di Hillary per iniziare a sentire l'irrefrenabile impulso di fornicare con Rudy. Alla francese.
Ray of Hope
Le due Birmanie
La prima è quella reale, della violenza e dell'intimidazione, dei morti sull'asfalto, dei sequestri, dello stato-carnefice, del lamento silenzioso. Questa Birmania è destinata a scomparire presto dalle prime pagine dei giornali e dai pensieri dei molti improvvisati sostenitori della causa. La seconda è quella immaginaria, dell'ONU e dei suoi inviati, della diplomazia da salotto, del cinismo e del compromesso con gli aguzzini di un popolo stremato. Questa è la Birmania che prevarrà, tra simposi e tavole rotonde, tra inviti alla moderazione e destructive engagement. (continua)
Enzo Reale su 1972.
lunedì 1 ottobre 2007
Dick'ed!
(...) Hillary sarà comunque, molto probabilmente, il prossimo presidente. Ma c'è un solo modo per sconfiggerla: nominare un candidato le cui credenziali anti-terrorismo siano così profonde che - nel caso gli americani rinsaviscano, riacquistando consapevolezza della natura della minaccia che continuiamo a fronteggiare - possa prevalere nel novembre 2008. Ci sono solo due candidati di questo tipo: Rudy Giuliani e John McCain. Né Thompon né Romney si avvicinano a questo modello, neppure lontanamente.
Per Dick Morris (l'uomo che ha salvato la presidenza Clinton nel 1996 e che conosce Hillary come pochi altri), Fred Thompson non ha nessuna possibilità di diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Lettura consigliata ai conservatori (di ogni tipo).