In molti, dopo il convegno “Informazione e Libertà” dello scorso weekend a Sestri Levante, mi hanno chiesto un commento sul presente e sul futuro di TocqueVille. Chi è stato insieme a noi a Sestri avrà notato che ho preferito parlare poco ed ascoltare molto. Per me, infatti, questo secondo meeting (come il primo di Roma) è servito soprattutto per incontrare di persona
tocquevillers con cui avevo soltanto avuto rapporti, per così dire, virtuali. Sotto questo profilo, ancora una volta, si è trattato di un’esperienza illuminante, che mi ha convinto ancora di più, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, dello straordinario potenziale umano che anima questa fantastica Città dei Liberi. Questo, per me, era e doveva essere l’incontro di Sestri. Qualcuno, come il mitico Jinzo di
Italian Libertarians, è rimasto invece deluso dal convegno, perché si aspettava passi decisivi in vista di una “riunificazione” della diaspora che ha colpito i liberali italiani negli ultimi anni. Il mio personalissimo consiglio fraterno/paterno a Jinzo è quello di darsi da fare per lavorare verso questo obiettivo, se davvero lo ritiene realizzabile, ma di non farsi troppe illusioni per il futuro immediato, perché io di questi tentativi ne ho visti a decine (e nessuno è andato a buon fine). Meno insoddisfatto, invece, è stato chi a Sestri si aspettava di assistere ad una interessante discussione sul ruolo dei blog e dei new media nel sistema futuro dell’informazione. I post definitivi sull’argomento, naturalmente, li ha scritto Paolo Della Sala di Le guerre civili (
qui e
qui), che ringraziamo ancora una volta per l’impeccabile organizzazione, ma invitiamo chi fosse interessato a seguire il convegno nella sua interezza su
Radio Radicale o
RadioAlzoZero. Da parte nostra, ci limitiamo a dire che abbiamo apprezzato lo spirito e la partecipazione con cui sono intervenuti nella discussione
tocquevillers d’eccezione come
Arturo Diaconale,
Marco Taradash e
Mario Sechi.
A parte qualche accenno isolato, però, a Sestri sono rimasti in sospeso due nodi sul futuro di TocqueVille che vengono percepiti da molti come essenziali per lo sviluppo della Città. A questi due argomenti è dedicato questo (troppo lungo) post.
L’identità politica di TocqueVilleMi occupo subito di questo argomento perché a mio avviso si tratta, in larga parte, di un
falso problema. TocqueVille non è (e non deve essere) un partito: sarebbe la sua morte civile e l’autocertificazione della sua inutilità. Resta però il fatto che la sua nascita – e ancor di più la sua evoluzione – hanno sempre saldamente radicato la Città sulla
rive droite del fiume della politica, abbracciando tutte (o quasi) le sfumature culturali e ideologiche che compongono, non solo in Italia, quella che comunemente viene chiamata destra o centrodestra e che a noi piace chiamare Right Nation. Gran parte degli equivoci sorgono dal fatto che più d’uno, al suo interno, considera obsoleta la dicotomia destra-sinistra e pensa che sarebbe il caso di rimodellare gli schieramenti politici secondo categorie più moderne ed efficaci nel descrivere la complessità del mondo contemporaneo. A questo, poi, bisogna aggiungere che dentro le mura di TocqueVille vivono anche cittadini che si considerano appartenenti ad una specie, quella della
sinistra liberale, sempre più emarginata ed umiliata dalle sinistre dominanti – e governanti – del nostro paese. Questa convivenza
forzata, tra una maggioranza che si dichiara orgogliosa di appartenere alla Right Nation e una minoranza che ancora non ha abbandonato del tutto la speranza di poter arrivare ad un sistema politico in cui sarà possibile superare gli steccati esistenti tra la destra e la sinistra, è una caratteristica di TocqueVille fin dalla sua nascita. Ed è anche, a mio avviso, uno dei suoi punti di forza più dirompenti. Uno dei fattori che le hanno permesso, nel suo piccolo, di scompaginare gli equilibri di forze imperanti nella blogosfera e, più in generale, nel sistema dell’informazione italiana.
Questa constatazione, naturalmente, non ha niente a che fare con la mission
fusionista che molti, compreso chi scrive, considerano l’obiettivo “politico” di TocqueVille (e non solo) nel lungo periodo. Ma chi è abbastanza pazzo da immaginare uno sbocco simile per la Right Nation italiana non si è mai nascosto le difficoltà di questa strada, che necessariamente prevede orizzonti temporali misurabili in anni, o meglio decenni, e non certo in mesi. Piantare uno steccato invalicabile oggi, in vista di qualcosa che (nella migliore delle ipotesi) inizierà a prendere forma tra dieci anni, mi sembra francamente un esercizio di straordinario autolesionismo.
In the meantime, mi basterebbe (eccome!) che le varie anime di questa futura Right Nation imparassero a dialogare tra loro, a comprendere le ragioni altrui, magari a rispettarsi, mentre cercano una possibile sintesi su idee, valori e progetti concreti. Proprio come fanno, o cercano di fare, dentro TocqueVille. Ecco perché non vedo nessuna contraddizione (e con questo rispondo alla prima parte di
questo post di Friedrich), tra il mio endorsement – pressoché integrale – di
questo splendido post di Nequidnimis e il mio essere quello che viene definito “un estremo difensore dell’ala radicale” (forse a causa di
questo, che in realtà è semplicemente una difesa personale da attacchi personali). Io, come Abr, sono orgoglioso di appartenere alla Right Nation e, se proprio volete sapere come la penso, credo che i Radicali Italiani – in tutte le loro incarnazioni, compreso quell’ircocervo imbarazzante che risponde al nome di Rosa nel Pugno – siano ormai “perduti” alla causa. Stamattina ascoltavo per radio un’incontro della RnP di Salerno per il No al referendum costituzionale e le mie convinzioni in merito, se possibile, si sono rafforzate. Punto. Questo però non implica la mia volontà o il mio desiderio di escludere da TocqueVille tutti gli individui che – per un motivo o per l’altro – hanno votato in passato per i Radicali Italiani, e magari si sentono ancora
radicali. Sarebbe una follia, come ci hanno dimostrato le ultime elezioni politiche italiane, in cui la RnP ha raccolto a stento i voti dello Sdi più qualche spicciolo d’elemosina. Io i radicali che hanno scelto di entrare (e restare) dentro TocqueVille li difenderò sempre. Alcuni, come i Salmoni, perché hanno capito che se qualche minima speranza di rivoluzione liberale ancora esiste in Italia non si trova certo in un punto “x” a caso tra Diliberto e Mastella; altri, come chi si è astenuto o ha votato RnP turandosi il naso, perché voglio avere una possibilità in più per convincerli che hanno sbagliato.
In estrema sintesi: noi possiamo ancora continuare a regalarci vicendevoli pugnette in questa meta-discussione sui confini di TocqueVille, da un certo punto di vista è perfino divertente, ma dobbiamo avere ben chiaro in mente il fatto che gli altri, quelli che ci identificano senza alcuno sforzo intellettuale come nemici, hanno una visione della nostra identità politica molto, ma molto, più chiara di quella che abbiamo noi. E noi, se non altro per istinto di auto-difesa, dovremmo adeguarci.
TocqueVille è, per sua natura, un aggregatore di blog che si richiamano, più o meno apertamente, ad esperienze politiche e/o culturali che trovano una loro rappresentanza parlamentare, più o meno soddisfacente, nei partiti della coalizione di centrodestra. Questo è un dato di fatto che però, a mio avviso, non deve diventare un motivo di esclusione per chi, pur richiamandosi ai filoni culturali descritti nel nostro
disclaimer (liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati), non si sente rappresentato dai partiti che oggi appartengono alla CdL. I partiti passano, le idee restano.
Post Scriptum. Tre risposte lapidarie per Otimaster:1)
Domanda: Siamo ancora un aggregatore di blog che si riconoscono nei valori del centrodestra? Risposta: Sì, almeno nella stragrande maggioranza (ma sarebbe un errore espellere – o non dialogare – con le culture politiche
confinanti). Poi ci sarebbe un lungo discorso da fare su quali siano, allo stato attuale, i valori
condivisi della coalizione di centrodestra, ma questa non è la sede più opportuna.
2)
Domanda: Siamo ancora intenzionati a sostenere l’azione di governo o di opposizione messa in atto dalla CdL, o TocqueVille è aperta anche a chi sostiene apertamente il centrosinistra? Risposta: Da quando è attivo
questo disclaimer, una selezione a monte sui blog che si iscrivono viene già effettuata dalla redazione di Ideazione. Ma viene svolta su basi ideologico-culturali e non su rigidi criteri di appartentenza politica. Per esempio: abbiamo iscritto
liberali di sinistra; abbiamo negato l’iscrizione ad
antisemiti di destra (sempre che i nazional-
socialisti possano essere considerati di destra, ma anche questo è un altro discorso).
3)
Domanda: Come si intende evitare che in futuro vengano ammessi blog che fanno propaganda per l’opposizione e quali misure (senza arrivare all’espulsione) si intendono prendere nei confronti di quelli che fanno già parte del gruppo? Risposta: A parte che adesso all’opposizione ci siamo noi… :) In ogni caso, quando a settembre/ottobre dovrebbe diventare attiva TocqueVille 2.0, la selezione dei post della home-page sarà responsabilità della redazione di Ideazione (noto covo di bolscevichi), mentre l’aggregazione dei post nelle altre sezioni dipenderà da criteri neutrali o in cui è fondamentale l’interazione con i cittadini (entrerò più in dettaglio nel prossimo paragrafo). Credo che questo risponda, di fatto, allo spirito della domanda.
Le regole della Città (e il ruolo di Ideazione)Entro la fine di settembre (inconventienti tecnici permettendo), dovrebbe partire la tanto sospirata versione 2.0 di TocqueVille. Questo avrà conseguenze sia sull’organizzazione del lavoro dei volontari che partecipano all’aggregazione dei post, sia sull’impatto esterno del sito di TocqueVille. Cercherò nelle prossime righe di delineare brevemente le novità che ci aspettano, ma sia ben chiaro che qualsiasi idea ulteriore (se realizzabile) verrà presa in esame dalla redazione.
1)
La home-page. La struttura attuale dell’home-page non è più in grado di “sopportare” l’impatto quotidiano di oltre mille blog. I post sono troppi e organizzati confusamente. Oltre ad un
restyling grafico, è diventata impellente una selezione più netta, basata esclusivamente su un principio di qualità giornalistica o di rilevanza politica. La redazione di Ideazione si occuperà di effettuare questa selezione, che “promuoverà” in home-page un massimo di 40-50 post quotidianamente, a prescindere dall’argomento di cui si occupano. Una
beta version della nuova home-page, su cui i cittadini potranno esprimere le loro idee in vista di modifiche e miglioramenti, potrebbe essere online già dall’inizio di settembre.
2)
Le sezioni interne. Il grosso dei post, a differenza che nel modello attuale, troverà posto soltanto nelle pagine delle sezioni interne che però saranno di più (multimedia, satira, ecc…), in grado di ospitare un numero maggiore di post, e soprattutto strutturate in modo da consentire una visualizzazione alternativa a quella “classica” (ordine cronologico inverso di aggregazione). In particolare, sarà possibile selezionare:
a) i post che hanno provocato le discussioni più estese nella blogosfera (tramite le API di Technorati)
b) i post che hanno provocato le discussioni più estese all’interno di TocqueVille (per mezzo di un “ecosistema” interno progettato appositamente)
c) i post più apprezzati dai cittadini di TocqueVille, con la possibilità di “votare” ogni singolo post grazie ad uno username e una password personali (questa possibilità, naturalmente, sarà riservata a chi vuole effettuare l’upgrade della sua iscrizione)
3)
Dalla segnalazione all’autoaggregazione (parziale). Con lo stesso username/password con cui sarà possibile esprimere la propria preferenza su ogni singolo post aggregato (non più di una volta!), i cittadini di TocqueVille che effettueranno l’upgrade della loro iscrizione avranno la possibilità di auto-aggregare i propri post invece che segnalarli alla redazione. La redazione, invece, si occuperà di “sbloccare” questi post per farli finire nelle pagine interne del sito dopo aver controllato la loro sezione di appartenenza e la loro uniformità ad alcuni requisiti minimi di
aggregabilità (requisiti che possono e debbono essere discussi insieme a tutti i cittadini). Le sezioni interne, dunque, saranno composte dai post aggregati via feed e da quelli auto-aggregati dai cittadini e poi sbloccati dalla redazione. Tutto il resto, sarà perduto
come lacrime nella pioggia.
Più complesso, e controverso, sarà il ruolo di Ideazione nel prossimo futuro, che è stato oggetto di una lunga riflessione anche all’interno della nostra redazione e dei nostri istituti societari. Dopo un anno di vita, e mille traversie (insieme a duemila soddisfazioni), TocqueVille deve gradualmente dimostrare di essere in grado di camminare con le proprie forze. Ideazione cercherà di garantire il supporto necessario per la pubblicazione online, come ha fatto finora, e di fornire l’esperienza giornalistica della sua redazione – fino a quando sarà (da tutti noi
tocquevillers) ritenuto necessario – per la selezione dei post in home-page. Individualmente, poi, ciascuno farà quel che potrà per la Città dei Liberi, ma tutti crediamo necessario che TocqueVille cominci a progettare la propria esistenza pensando ad un futuro senza Ideazione, o con Ideazione in una posizione più defilata. Questo processo graduale somiglia molto a quella che
Friedrich, chiama fase “costituzionale”, in cui dovranno essere stabilite regole certe (e prima tra tutte la regola che indichi chi o cosa sarà titolato a delineare queste regole). L’alternativa, quella cioè che TocqueVille diventi una semplice emanazione
blogghereccia di Ideazione, non sarebbe desiderabile per nessuno ma soprattutto per chi, come noi, crede nello straordinario potenziale del mezzo-blog come veicolo di trasmissione di informazioni e di idee. Sarà, molto probabilmente, una transizione lunga e difficile. Ma anche un momento fondamentale per comprendere chi ha davvero a cuore le sorti della nostra Città. Non chiedetevi, insomma, cosa TocqueVille può fare per voi, ma cosa voi potete fare per TocqueVille. E dopo questa patetica citazione kennedyana, direi di iniziare a sparare sul pianista: basta cliccare sulla parola “commenti”. Un abbraccio a tutti :)
p.s. Tra quelli non citati qui sopra (spesso perché sostengono cose del tutto condivisibili) vi consiglio di leggere anche i post di
Walking Class,
1972,
FreedomLand (anche
qui),
Dall'altra parte,
The Mote in God's Eye,
Wind Rose Hotel,
Yet Another Pajamas Blog,
Il Megafono,
Cuore Ribelle,
Valentina Meliadò,
Hurricane_53,
Il rumore dei miei venti,
Magnifiche Sorti,
Ultima Thule,
Inyqua. E un abbraccio speciale a
Perla Scandinava.