mercoledì 15 febbraio 2006

Sondaggi: l'incubo della sinistra

Il sorpasso (forse) no, ma la rimonta del centrodestra nelle ultime settimane è un dato di fatto indiscutibile. Almeno secondo i dati diffusi dai sondaggisti preferiti dalla sinistra, gli stessi accusati da Berlusconi di aver costituito un "cartello" per influenzare la percezione della campagna elettorale nell'opinione pubblica. Il Cavaliere, da parte sua, ha commissionato un sondaggio all'americana PBS (Penn, Schoen & Berland Associated) che vede il centrodestra addirittura in vantaggio (48,4% contro 48,2%). E si tratta di un sondaggio che, almeno in teoria, utilizza un campione più ampio rispetto a quelli degli istituti di ricerca italiani e vanta dunque un margine di errore statistico inferiore (circa il 2% contro il 4%).

Ma anche se vogliamo ignorare completamente il sondaggio PBS, basta osservare il trend delle ultime settimane nei sondaggi di Ekma, Abacus, Ispo, SWG e IPR per rendersi conto che esiste un recupero, lento ma costante, della coalizione di centrodestra. Rispetto alla nostra analisi di un mese fa, non sono disponibili sondaggi recenti da parte di Euromedia Research (che ha sempre registrato un distacco molto ridotto tra le due coalizioni) ed Ipsos. Ma tutti gli altri sondaggisti, senza nessuna eccezione, hanno registrato un recupero della CdL ai danni dell'Unione. Nel grafico, abbiamo considerato gli ultimi 3 sondaggi pubblicati da ciascun istituto di ricerca. Qui sotto, invece, mettiamo a confronto i sondaggi dell'ultima settimana con quelli di un mese fa.

Ekma (per il settimanale News): il 16 gennaio L'Unione aveva un vantaggio del 5,1%, mentre il 13 febbraio questo vantaggio era sceso al 4%.

Abacus (per Sky Tg24): il 18 gennaio il centrosinistra aveva un distacco del 4,5%, che è sceso al 4% il 15 febbraio.

Ispo (per il Corriere della Sera): il distacco di 6 punti registrato dalla CdL l'11 gennaio si è ridotto al 4% il 10 febbraio.

SWG (per L'Espresso): il 5,4% di vantaggio che l'Unione aveva il 16 gennaio si è ridotto al 4,6% del 4 febbraio.

IPR (per Repubblica): la CdL recupera l'1,5%, passando da uno svantaggio del 6% il 17 gennaio ad uno del 4,5% il 17 febbraio.

La prima cosa che salta all'occhio, naturalmente, è l'impressionante somiglianza tra i dati totali elaborati dai cinque istituti di ricerca. Metodi diversi, campioni diversi, margini d'errore statistico diversi... eppure tutti i sondaggisti registrano un vantaggio del 4% a favore dell'Unione. Berlusconi sicuramente esagera quando, più o meno esplicitamente, parla di un sindacato rosso che controlla i sondaggi in Italia. Ma le probabilità che 5 sondaggi diversi (ognuno con un margine d'errore intorno al 4%) diano risultati identici, sono oggettivamente infinitesimali. Vedremo nelle prossime settimane se questa tendenza all'appiattimento continuerà oppure no. Il sospetto, per ora, resta.

Se vogliamo invece considerare attendibili questi dati, il trend reale che emerge dall'analisi dei sondaggi è proprio l'indiscutibile recupero della coalizione di centrodestra. Trend che trova una conferma indiretta anche negli ultimo lavoro diffuso dall'Osservatorio sulla leadership politica di IPSOS. Il sondaggio di IPSOS, che non misura le intenzioni di voto ma l'indice di fiducia dei leader e l'attrazione elettorale di partiti e coalizioni, vede negli ultimi mesi crescere uniformemente i numeri della CdL e calare quelli dell'Unione. Ecco qualche esempio in ordine sparso.

Indice di fiducia: nel centrosinistra salgono Veltroni, Bertinotti, Rutelli e Bonino mentre calano (in qualche caso vistosamente) Prodi, Fassino, D'Alema, Pecoraro Scanio e Amato; nel centrodestra perdono qualche punto soltanto Pera e Alemanno, mentre Casini e Follini restano stabili e crescono Berlusconi (che con il +8% è il leader più in rialzo), Fini, Tremonti e Bossi.

Indice di attrazione elettorale nelle coalizioni: l'Unione resta in vantaggio, ma scende dal 64% di dicembre al 56% di gennaio, mentre nello stesso periodo la CdL è salita dal 36% al 44%.

Indice di attrazione elettorale nei partiti: in calo DS e Rifondazione comunista; stabili Margherita, UDC, Lega e Alleanza Nazionale; in forte crescita Forza Italia.

Indice di fedeltà elettorale nelle coalizioni: l'Unione perde 5 punti (dall'88% all'83%), mentre la CdL ne guadagna 7 (dal 71% al 78%).

Indice di fedeltà elettorale nei partiti: in calo DS, Rifondazione comunista e Lega; in crescita Forza Italia, UDC e Margherita; stabile Alleanza Nazionale.

Appeal elettorale delle coalizioni: l'Unione scende dal 76% al 70%, la CdL passa dal 53% al 61%.

Appeal elettorale dei partiti: in calo DS, Rifondazione comunista e Lega; stabile Alleanza Nazionale; in lieve crescita la Margherita; in forte crescita Forza Italia e UDC.

Si tratta, insomma, di un quadro che descrive un trend pericolosissimo per il centrosinistra. Aggravato dal fatto che la IPSOS di Nando Pagnoncelli, sondaggista di fiducia dei DS (e della trasmissione televisiva "Ballarò"), non può certo essere considerato un istituto di ricerca vicino agli avversari politici dell'Unione. La sinistra italiana, soltanto pochi mesi fa, era convinta di aver già vinto le elezioni politiche del 2006. Oggi questa certezza sta iniziando a crollare.

Round-Up: Watergate, Atrocepensiero, Pensiero Conservatore, Il Paroliere, The Brugnols, Daw, Mariosechi.net.

Nessun commento: