RightNation
martedì 28 febbraio 2006
domenica 26 febbraio 2006
Plotone di esecuzione
(Bruno Contrada, 25 febbraio 2006)
Forse qualcuno aveva ancora dei dubbi sullo stato pietoso in cui versa l'amministrazione della giustizia in Italia. Ebbene, la scandalosa sentenza di condanna emessa ieri contro Bruno Contrada dalla prima sezione della corte d'appello del Tribunale di Palermo rappresenta un "punto di non ritorno" che fa precipitare l'Italia negli abissi dell'inciviltà giuridica. Da giovani cronisti, negli anni tra il 1993 e il 1996, avevamo seguito con attenzione le prime schermaglie processuali di questa vicenda, guidati nei meandri di questa incredibile storia dalla mano affettuosa e paziente dell'avvocato Piero Milio, difensore di Contrada fin dai giorni del suo infame arresto, avvenuto alla vigilia del Natale 1992. Avete capito bene: dopo 36 anni di carriera al servizio dello Stato, Contrada fu strappato alla sua famiglia alla vigilia di Natale, per essere rinchiuso nel carcere militare di Forte Boccea, a Roma, dove restò 31 mesi e 9 giorni. Nei 36 anni precedenti, Contrada era stato un uomo di punta della Polizia di Stato e dei reparti dei servizi segreti preposti alla lotta contro la mafia, ricevendo 65 diversi riconoscimenti, tra cui un attestato di merito speciale, 14 encomi e 7 elogi da parte della magistratura. Ma tutto questo non impedì alla procura di Palermo di indagarlo per concorso esterno in associazione mafiosa, unicamente sulla base delle dichiarazioni di criminali che lui stesso aveva contribuito ad arrestare.
Dell'iter processuale che ha coinvolto Contrada negli ultimi 14 anni non abbiamo intenzione di parlare. Perché di serio non c'è niente, non c'è mai stato niente. A parte la volontà pervicace di uno spezzone deviato della magistratura di dimostrare un teorema non dimostrabile, per preparare il background investigativo e mediatico che avrebbe portato al grande bluff del processo Andreotti. La prima condanna del 1996, l'assoluzione in appello nel 2001 (annullata in Cassazione l'anno dopo), quest'ultima vergognosa condanna: Contrada continua a vedere il suo nome infangato da un manipolo di golpisti in toga che non pagheranno mai per i propri errori, protetti da un'omertà di casta che ha condotto la giustizia italiana allo sfascio. "Questa non è una tragedia per Contrada, ma per le istituzioni", ha dichiarato ieri Milio al Corriere della Sera, "non si può dopo 14 anni non avere ancora giustizia e tornare a dare ancora credito alle calunnie dei pentiti. La verità è che la questione è politica: bisogna introdurre la mobilità dei magistrati. Non possono stare sempre nella stessa città, a fare sempre gli stessi processi. Devono girare in altre sedi, come avviene per gli altri funzionari dello Stato".
Si tratta di una battaglia fondamentale che, insieme alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, dovrebbe rappresentare un vessillo irrinunciabile per la campagna elettorale della Casa delle Libertà (e non solo). Perché il rischio è quello di consegnare il paese, senza combattere, ad un esercito di magistrati spietati, irresponsabili e politicizzati che tengono praticamente in ostaggio la metà abbondante del sistema politico italiano. Questo è diventato un paese in cui si processano e si condannano i poliziotti che reagiscono per legittima difesa. E in cui i criminali che attentano alla vita dei servitori dello Stato vengono accolti con tutti gli onori in Parlamento. Questo è un paese in cui il pm palermitano Antonino Ingroia, come ha svelato recentemente Il Foglio, diventa il "consulente giuridico" di Nanni Moretti per un film anti-Berlusconi che uscirà nelle sale a due settimane dalle elezioni. Lo stesso pm con il quale Giancarlo Caselli ha istruito il processo per mafia contro Marcello Dell’Utri. Lo stesso pm che interrogò Contrada a Forte Boccea, il 26 dicembre 1992. E che invece di credere a Contrada, credette alle menzogne dei criminali che Contrada aveva arrestato.
sabato 25 febbraio 2006
Quando Due Mondi Collidono
Saggezza in pigiama
venerdì 24 febbraio 2006
La carica dei teocon
giovedì 23 febbraio 2006
Per l'Occidente
(Ronald Reagan)
Ideazione e The Right Nation (come Walking Class) aderiscono all'appello "Per l'Occidente" promosso dalla Fondazione Magna Carta. Questo è il sito ufficiale dove è possibile leggere il testo completo dell'appello ed aderire all'iniziativa. Qui sotto, pubblichiamo il preambolo.
L'Occidente è in crisi. Attaccato dall'esterno dal fondamentalismo e dal terrorismo islamico, non è capace di rispondere alla sfida. Minato dall'interno da una crisi morale e spirituale, non trova il coraggio per reagire. Ci sentiamo colpevoli del nostro benessere, proviamo vergogna delle nostre tradizioni, consideriamo il terrorismo come una reazione ai nostri errori. Il terrorismo, invece, è un'aggressione diretta alla nostra civiltà e all'umanità intera.L'Europa è ferma. Continua a perdere natalità, competitività, unità di azione sulla scena internazionale. Nasconde e nega la propria identità e così fallisce nel tentativo di darsi una Costituzione legittimata dai cittadini. Determina una frattura con gli Stati Uniti e fa dell'antiamericanismo una bandiera.Le nostre tradizioni sono messe in discussione. Il laicismo o il progressismo rinnegano i costumi millenari della nostra storia. Si sviliscono così i valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia. Si predica l'uguale valore di tutte le culture. Si lascia senza guida e senza regola l'integrazione degli immigrati. Come ha detto Benedetto XVI, oggi "l'Occidente non ama più se stesso". Per superare questa crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della nostra civiltà". (il testo completo dell'appello)
For the West
Ideazione and The Right Nation subscribe the call "For the West, Bearer of Civilization" promoted by Fondazione Magna Carta. This is the official site where it's possible to read the full text and subscribe it. Hereafter, we publish the preamble of the call.
"The West is in crisis. Attacked externally by fundamentalism and Islamic terrorism, it is not able to rise to the challenge. Undermined internally by a moral and spiritual crisis, it can't seem to find the courage to react. Our affluence makes us feel guilty and we are ashamed of our traditions. Terrorism is seen as a reaction to our errors, whereas it is nothing less than an act of aggression against our civilization and against all human kind. Europe is at a standstill. Its foreign policy lacks unity, its birth rate is declining and so is its competitive edge in the world market. Europe hides and denies its own identity, and so fails to gain popular support when called to adopt a constitution. It hops on the anti-American bandwagon and drives a wedge between itself and the United States.Our traditions are questioned. Our heritage, dating back thousands of years, is denied in the name of secularism and progressivism, thus impoverishing the values of life, of the person, of marriage and of the family. It is affirmed that all cultures are equally valid. The integration of immigrants has been left rudderless and without rules.As Benedict XVI said, nowadays "The West doesn't love itself any longer". To overcome this crisis, we need to increase our commitment and show more courage when dealing with issues regarding our civilization". (click here to read the full text in english)
sabato 18 febbraio 2006
mercoledì 15 febbraio 2006
Sondaggi: l'incubo della sinistra
Il sorpasso (forse) no, ma la rimonta del centrodestra nelle ultime settimane è un dato di fatto indiscutibile. Almeno secondo i dati diffusi dai sondaggisti preferiti dalla sinistra, gli stessi accusati da Berlusconi di aver costituito un "cartello" per influenzare la percezione della campagna elettorale nell'opinione pubblica. Il Cavaliere, da parte sua, ha commissionato un sondaggio all'americana PBS (Penn, Schoen & Berland Associated) che vede il centrodestra addirittura in vantaggio (48,4% contro 48,2%). E si tratta di un sondaggio che, almeno in teoria, utilizza un campione più ampio rispetto a quelli degli istituti di ricerca italiani e vanta dunque un margine di errore statistico inferiore (circa il 2% contro il 4%).
Ma anche se vogliamo ignorare completamente il sondaggio PBS, basta osservare il trend delle ultime settimane nei sondaggi di Ekma, Abacus, Ispo, SWG e IPR per rendersi conto che esiste un recupero, lento ma costante, della coalizione di centrodestra. Rispetto alla nostra analisi di un mese fa, non sono disponibili sondaggi recenti da parte di Euromedia Research (che ha sempre registrato un distacco molto ridotto tra le due coalizioni) ed Ipsos. Ma tutti gli altri sondaggisti, senza nessuna eccezione, hanno registrato un recupero della CdL ai danni dell'Unione. Nel grafico, abbiamo considerato gli ultimi 3 sondaggi pubblicati da ciascun istituto di ricerca. Qui sotto, invece, mettiamo a confronto i sondaggi dell'ultima settimana con quelli di un mese fa.
Ekma (per il settimanale News): il 16 gennaio L'Unione aveva un vantaggio del 5,1%, mentre il 13 febbraio questo vantaggio era sceso al 4%.
Abacus (per Sky Tg24): il 18 gennaio il centrosinistra aveva un distacco del 4,5%, che è sceso al 4% il 15 febbraio.
Ispo (per il Corriere della Sera): il distacco di 6 punti registrato dalla CdL l'11 gennaio si è ridotto al 4% il 10 febbraio.
SWG (per L'Espresso): il 5,4% di vantaggio che l'Unione aveva il 16 gennaio si è ridotto al 4,6% del 4 febbraio.
IPR (per Repubblica): la CdL recupera l'1,5%, passando da uno svantaggio del 6% il 17 gennaio ad uno del 4,5% il 17 febbraio.
La prima cosa che salta all'occhio, naturalmente, è l'impressionante somiglianza tra i dati totali elaborati dai cinque istituti di ricerca. Metodi diversi, campioni diversi, margini d'errore statistico diversi... eppure tutti i sondaggisti registrano un vantaggio del 4% a favore dell'Unione. Berlusconi sicuramente esagera quando, più o meno esplicitamente, parla di un sindacato rosso che controlla i sondaggi in Italia. Ma le probabilità che 5 sondaggi diversi (ognuno con un margine d'errore intorno al 4%) diano risultati identici, sono oggettivamente infinitesimali. Vedremo nelle prossime settimane se questa tendenza all'appiattimento continuerà oppure no. Il sospetto, per ora, resta.
Se vogliamo invece considerare attendibili questi dati, il trend reale che emerge dall'analisi dei sondaggi è proprio l'indiscutibile recupero della coalizione di centrodestra. Trend che trova una conferma indiretta anche negli ultimo lavoro diffuso dall'Osservatorio sulla leadership politica di IPSOS. Il sondaggio di IPSOS, che non misura le intenzioni di voto ma l'indice di fiducia dei leader e l'attrazione elettorale di partiti e coalizioni, vede negli ultimi mesi crescere uniformemente i numeri della CdL e calare quelli dell'Unione. Ecco qualche esempio in ordine sparso.
Indice di fiducia: nel centrosinistra salgono Veltroni, Bertinotti, Rutelli e Bonino mentre calano (in qualche caso vistosamente) Prodi, Fassino, D'Alema, Pecoraro Scanio e Amato; nel centrodestra perdono qualche punto soltanto Pera e Alemanno, mentre Casini e Follini restano stabili e crescono Berlusconi (che con il +8% è il leader più in rialzo), Fini, Tremonti e Bossi.
Indice di attrazione elettorale nelle coalizioni: l'Unione resta in vantaggio, ma scende dal 64% di dicembre al 56% di gennaio, mentre nello stesso periodo la CdL è salita dal 36% al 44%.
Indice di attrazione elettorale nei partiti: in calo DS e Rifondazione comunista; stabili Margherita, UDC, Lega e Alleanza Nazionale; in forte crescita Forza Italia.
Indice di fedeltà elettorale nelle coalizioni: l'Unione perde 5 punti (dall'88% all'83%), mentre la CdL ne guadagna 7 (dal 71% al 78%).
Indice di fedeltà elettorale nei partiti: in calo DS, Rifondazione comunista e Lega; in crescita Forza Italia, UDC e Margherita; stabile Alleanza Nazionale.
Appeal elettorale delle coalizioni: l'Unione scende dal 76% al 70%, la CdL passa dal 53% al 61%.
Appeal elettorale dei partiti: in calo DS, Rifondazione comunista e Lega; stabile Alleanza Nazionale; in lieve crescita la Margherita; in forte crescita Forza Italia e UDC.
Si tratta, insomma, di un quadro che descrive un trend pericolosissimo per il centrosinistra. Aggravato dal fatto che la IPSOS di Nando Pagnoncelli, sondaggista di fiducia dei DS (e della trasmissione televisiva "Ballarò"), non può certo essere considerato un istituto di ricerca vicino agli avversari politici dell'Unione. La sinistra italiana, soltanto pochi mesi fa, era convinta di aver già vinto le elezioni politiche del 2006. Oggi questa certezza sta iniziando a crollare.
Round-Up: Watergate, Atrocepensiero, Pensiero Conservatore, Il Paroliere, The Brugnols, Daw, Mariosechi.net.
martedì 14 febbraio 2006
L'invasione degli ultra-neocon
domenica 12 febbraio 2006
Spie come noi
Spies Like Us
At first, Carter uses Coretta Scott King 's funeral to blast Bush's eavesdropping program. Then, the Washington Times remembers that in '77 Carter did exactly the same. Time goes on, but Carter is always the worst president of the century.
Round-Up: Captain's Quarters, All Things Beautiful, QandO, Gateway Pundit, Power Line, California Conservative, PJ NSA Files, Newsbusters, Stop The ACLU, Iowa Voice, The Anchoress, Ace of Spades HQ, Powerline, Don Surber.
sabato 11 febbraio 2006
Hurricane Ann
Also this year (like in 2005), Ann Coulter unleashed an earthquake with her speech at the Conservative Political Action Conference (CPAC). She referred to Islamists by the epithet "ragheads" and joked about the poisoning of liberal Supreme Court justices. Her words were dismissed both on the Right and the Left side of the blogosphere. But there's no doubt that she has guts. Huge guts.
Round-Up: The American Mind, Miscellaneous Objections, Outside The Beltway, North American Patriot, Right Wing News, Ed Driscoll.com, Riehl World View, The Moderate Voice.