Mentre Murdoch, negli Stati Uniti, è riuscito a creare una tv all-news capace di bilanciare lo strapotere liberal nel mondo dell'informazione televisiva (Fox News), in Italia zio Rupert ci costringe a guardare Sky Tg 24 e i suoi derivati, come l'imbarazzante "Controcorrente" condotto dal sedicesimo-di-santoro Corrado Formigli. Ieri la trasmissione, che riprende il titolo dei celebri corsivi di Montanelli sul Giornale (il buon Indro starà bestemmiando nella tomba), ha davvero toccato il fondo, con una intera puntata-intervista dedicata al più disonesto e pericoloso degli intellettuali americani-anti-americani: l'ex linguista (non ha un'idea in merito dalla fine degli anni Cinquanta) Noam Chomsky. Il sopravvalutato guru del Massachussetts Institute of Technology, negli ultimi decenni, è riuscito - tra le altre simpatiche iniziative - a negare l'esistenza dell'Olocausto e a flirtare con tutti i dittatori del pianeta, a patto che controfirmassero il suo odio viscerale nei confronti degli Stati Uniti. Mentre Formigli ha perso una buona occasione per chiedere qualche spiegazione a Chomsky su questa carriera ai confini tra l'accademia e il supporto al terrorismo internazionale, il blog di Oliver Kamm ci regala qualche scheggia di verità sulla disonestà intellettuale di questo amichetto di Fidel e Pol Pot. [Link] E ci fa venire voglia di visitare quotidianamente l'aggiornatissimo diario di un "anti-chomskyite". [Link]
RightNation
martedì 30 novembre 2004
L'Onu e il terrorismo.
Little Green Footballs riprende il Jerusalem Post: un'agenzia Onu, con compiti amministrativi nei territori palestinesi, avrebbe accettato fondi per milioni di dollari da gruppi che sostengono pubblicamente il terrorismo internazionale. La UNRWA (United Nations Relief and Works Agency) è stata fondata nel 1950. Basta fare i conti. [Link]
lunedì 29 novembre 2004
Washington State (Florida)
John Fund, sul Wall Street Journal, spiega come i democratici, dopo aver perso le elezioni e il primo recount, stiano tentando disperatamente di ribaltare il risultato elettorale per il governatore dello stato di Washington. Ma non erano i repubblicani quelli che rubavano le elezioni? [Link] Nel mondo reale, la democratica Christine Gregoire ha semplicemente preso 42 voti meno dello sfidante Dino Rossi. Ma non ha ancora ammesso la sconfitta. Per gli i dettagli sulle cause legali in corso, i link di Power Line. [Link]
sabato 27 novembre 2004
Kojo, tutto suo papà.
Si aggrava la posizione di Kojo Annan nell'ambito dello scandalo "Oil for Food". Claudia Rosett, sul New York Sun, racconta che il figlio del segretario generale delle Nazioni Unite ha continuato ad essere pagato fino al 2oo4, anche dopo aver smesso di lavorare per la società svizzera Cotecna. Proprio come il papà, che continua a ricevere regolarmente lo stipendio anche dopo che l'Onu ha smesso di servire a qualcosa. [Link]
Viva i blogger (ma solo quelli di sinistra).
La sconclusionata Antonia Zerbisias, dalle colonne del Toronto Star, è infastidita dal vociare volgare della blogosphere che esulta per l'allontanamento di Dan Rather da CBS News. "Si stanno scavando la fossa da soli", prevede la commentatrice liberal. [Link] Appena 15 giorni fa, su Common Dreams (Breaking News and Views for the Progressive Community), la stessa Zerbisias aveva lodato i blogger di sinistra che perdevano tempo alla ricerca di inesistenti brogli elettorali in Florida e Ohio. [Link] "La coerenza è un optional", commenta Powerline. [Link]
venerdì 26 novembre 2004
Biased.
In Ucraina, i giornalisti della tv di stato si ribellano al primo ministro uscente Viktor Yanukovic e promettono che da oggi in poi smetteranno di "ripetere le bugie del governo". [Link] Negli Stati Uniti, una ricerca indipendente del Center for Media and Public Affairs della George Mason University scopre che, durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2004, John F. Kerry ha avuto una copertura mediatica più favorevole di qualsiasi altro candidato alla Casa Bianca negli ultimi 25 anni (cioè dalla prima edizione di questa ricerca scientifica). E che il presidente uscente, George W. Bush, è stato il candidato trattato peggio da stampa e tv dai tempi di Ronald Reagan nella sfida con Walter Mondale del 1984. [Link]
Il silenzio dei colpevoli.
Stratosferico editoriale di Bridget Johnson per il Wall Street Journal. Partendo dal brutale omicidio di Theo van Gogh, la Johnson ci accompagna in un viaggio illuminante nell'ipocrisia pacifista di Hollywood. E ci regala un barlume di speranza targato David Zucker, Trey Parker e Matt Stone. [Link] Il Foglio di Giuliano Ferrara traduce e pubblica il commento della Johnson nel numero in edicola oggi. Disponibile su Internet in versione pdf (taglio alto, pagina 2). [Link]
mercoledì 24 novembre 2004
Rather, Nixon e la fine di un'era.
Michael Goodwin, sul New York Daily News, paragona la caduta di Dan Rather a quella di Richard Nixon dopo lo scandalo Watergate. [Link] Il pezzo di Walter Shapiro per USA Today si concentra invece sul tramonto dell'era dominata dagli Old Media. [Link] Scott Collins e Sallie Hofmeister svelano ai lettori del Los Angeles Times i nomi dei possibili candidati alla successione di Tricky Dan. Tra gli altri, si parla di Scott Pelley, John Roberts, Bob Schieffer, Lester Holt e Russ Mitchell. [Link]
Tardi, troppo tardi.
Dan Rather annuncia che abbandonerà CBS News nel marzo del prossimo anno. [Link] Little Green Footballs, uno dei blog che ha scoperto il Rathergate, ci tiene informati sull'esito dell'inchiesta interna condotta dal network sullo scandalo. [Link] Ratherbiased.com ci racconta la vera storia del "giornalista più politicizzato d'America". [Link]
martedì 23 novembre 2004
The Incredible Sullivan.
Andrew Sullivan, che continua a definirsi un "gay conservative" ma che ha appoggiato Kerry e ancora non si è ripreso dalla vittoria di Bush, spiega ai tristi lettori liberal di New Republic che per vincere le elezioni è ora di abbandonare sondaggisti compiacenti e focus-group. Per comprendere la sconfitta della sinistra è meglio, dice Sullivan, andare al cinema e osservare con attenzione cartoni animati e pupazzi: The Incredibles (l'ultimo film animato della Pixar) e Team America (della premiata ditta Parker-Stone) spiegano alla perfezione perché "Arnold Schwarzenegger non potrebbe mai essere un democratico" e perché la "piagnucolante élite di Gore, Teresa e Hillary sembra così aliena all'imprenditoriale, anti politically-correct e irreverente cultura popolare americana". [Link]
L'Iraq che non finisce in prima pagina.
Arthur Chrenkoff, sul Wall Street Journal, ha raccolto un buon numero di notizie (degli ultimi quindici giorni) che con ogni probabilità non finiranno mai sulle prime pagine dei giornali americani o europei. Infatti sono tutte buone notizie. [Link]
lunedì 22 novembre 2004
Tutta colpa dei blogger.
Richard Morin, sul Washington Post, sfotte la "blogosphere" per il flop degli exit-poll (scandalosamente pro-Kerry) diffusi il giorno delle elezioni. [Link] Little Green Footballs nota che Morin, più che con i blogger in generale, dovrebbe prendersela con quelli della left-coast (come Daily Kos e Wonkette) che hanno combinato il pasticcio. [Link]
I buoni, i brutti e i cattivi.
Dopo Falluja, gli Stati Uniti si interrogano sul proprio futuro militare. Ma se Jackson Diehl, sul Washington Post, pensa che le forze armate americane debbano comprendere che "la legittimazione dell'opinione pubblica internazionale" è necessaria per combattere il terrorismo in modo efficace [Link], Tom Donnelly e Vance Serchuk spiegano ai lettori del Weekly Standard che l'esercito di domani deve essere "più grande, più forte e più cattivo". [Link]
domenica 21 novembre 2004
Letture per il weekend.
The crusade against Evolution
Evan Ratliff, Wired
Kyoto's smoke screen imperils us all
Andrei Illarionov, Financial Times
'Ssssshhhhhhhh'
Peggy Noonan, Wall Street Journal
Interview: Paul Wolfowitz
Radek Sikorski, Prospect
The real humanists
Victor Davis Hanson, National Review
Flat Tax Now!
Andrew Sullivan, Sunday Times
Who lost Ohio?
Matt Bai, New York Times Magazine
Swiftvets: mission accomplished
David Horowitz, Newsmax
Evan Ratliff, Wired
Kyoto's smoke screen imperils us all
Andrei Illarionov, Financial Times
'Ssssshhhhhhhh'
Peggy Noonan, Wall Street Journal
Interview: Paul Wolfowitz
Radek Sikorski, Prospect
The real humanists
Victor Davis Hanson, National Review
Flat Tax Now!
Andrew Sullivan, Sunday Times
Who lost Ohio?
Matt Bai, New York Times Magazine
Swiftvets: mission accomplished
David Horowitz, Newsmax
venerdì 19 novembre 2004
Gli ultimi giorni di Kofi Annan?
Con un voto senza precedenti nella storia delle Nazioni Unite, il segretario generale Kofi Annan potrebbe essere sfiduciato dai suoi stessi dipendenti. [Link] Più che per i 20 miliardi di dollari scomparsi nella truffa oil-for-food, come nota Little Green Footballs, Annan potrebbe perdere il posto per uno scandalo di molestie sessuali e favoritismi vari che ha coinvolto Dileep Nair, il funzionario di Singapore a capo del dipartimento "anti-corruzione" dell'Onu. [Link] Altri dettagli sulle malefatte di Kofi & compagni dal blog "Friends of Saddam". [Link] Un editoriale del New York Sun rincara la dose. [Link]
"Dannati americani. Li odio quei bastardi"
A Carolyn Parrish, focosa parlamentare canadese del Liberal Party, l'ultima bravata anti-Bush è costata l'espulsione dal partito. Il primo ministro Paul Martin ha deciso di sbarazzarsene dopo che la Parish aveva posato per i fotoreporter mentre calpestava un bambolotto con le sembianze del presidente statunitense. [Link] Nel febbraio del 2003, con le telecamere ancora accese al termine di un'intervista sull'Iraq, la Parrish aveva confidato ai giornalisti il suo stato d'animo nei confronti dei vicini a stelle e strisce: "Damn Americans… I hate those bastards". A quei tempi il primo ministro canadese aveva fatto finta di niente. [Link] They're not even a real country anyway. [Link]
mercoledì 17 novembre 2004
Oil for Blood.
Bill Gertz, sul Washington Times, svela che le Nazioni Unite hanno ignorato gli indizi raccolti dagli investigatori assunti (dalla stessa Onu) per indagare sulla corruzione nel programma "oil-for-food" ai tempi dell'Iraq di Saddam. [Link] Desmond Butler, sul Pittsburgh Tribune-Review, racconta che il dittatore iracheno utilizzava una buona parte dei soldi dell'Onu per finanziare le famiglie degli attentatori-suicidi palestinesi. [Link] Claudia Rossett, dalle colonne del Wall Street Journal, chiede a Kofi Annan di assumersi le proprie responsabilità. [Link] Per Little Green Footballs si tratta della "più grande truffa di tutti i tempi". [Link]
martedì 16 novembre 2004
It's Condy-time!
ABC News non ha dubbi: sarà Condoleezza Rice a sostituire Colin Powell al dipartimento di stato. [Link] Power Line concede l'onore delle armi a Powell, ma non lo rimpiangerà troppo. [Link] I lettori di Little Green Footballs non nascondono il loro entusiasmo per il nuovo arrivo. E qualcuno già parla di uno scontro Hillary-Condy nel 2008. [Link]
domenica 14 novembre 2004
Letture per il weekend.
Redneck vote is a liberal myth
Charles Krauthammer, New York Daily News
Seismic shifts
Eleanor Clift, Newsweek
On the trail of Kerry's failed dream
N.J.Easton-M.Kranish-P.Healy-G.Johnson-A.E.Kornblut,
Boston Globe
The triumph of the religious right
The Economist
Don't believe the hype about "moral values"
James Q. Wilson, Wall Street Journal
Why religious voters may be more inclusive than seculars
Frederick Turner, Tech Central Station
Pentagon envisioning a costly Internet for war
Tim Weiner, New York Times
A fractal life
intervista a Benoit Mandelbrot, New Scientist
Charles Krauthammer, New York Daily News
Seismic shifts
Eleanor Clift, Newsweek
On the trail of Kerry's failed dream
N.J.Easton-M.Kranish-P.Healy-G.Johnson-A.E.Kornblut,
Boston Globe
The triumph of the religious right
The Economist
Don't believe the hype about "moral values"
James Q. Wilson, Wall Street Journal
Why religious voters may be more inclusive than seculars
Frederick Turner, Tech Central Station
Pentagon envisioning a costly Internet for war
Tim Weiner, New York Times
A fractal life
intervista a Benoit Mandelbrot, New Scientist
venerdì 12 novembre 2004
Fellowship 9/11.
In questa strepitosa parodia di Fahrenheit 9/11, un clone di Michael Moore indaga sui veri motivi che hanno spinto la Compagnia dell'Anello a dichiarare guerra a Sauron e muovere guerra a Mordor. Naturalmente alla radice del conflitto c'è il petrolio. Tutti i retroscena degli scandali che hanno colpito l'amministrazione-Aragorn nel video disponibile su I-Film. [Link] Il sito ufficiale del cortometraggio di Rick Nyholm, Jack Thomas e Mike Loftus. [Link]
Tutta colpa di John F. Kerry.
Martin Peretz, direttore e proprietario di The New Republic, ha la soluzione definitiva al quesito "perché Kerry ha perso?". Secondo Peretz è tutta colpa di Kerry. Peretz spiega ai suoi lettori perché Joe Lieberman sarebbe stato un candidato migliore per il partito democratico. [Link] In un altro editoriale, non firmato e dunque attribuibile alla direzione, TNR reagisce con sgomento alla notizia che Kerry sta meditando una possibile rivincita nella corsa alla Casa Bianca del 2008. Il succo della reazione è il seguente: "No. Please. Stop". Sarebbe stato interessante conoscere questi dettagli prima del 2 novembre. [Link]
Il cuore dei Red States.
Nel "Generosity Index 2004", che misura la propensione alla filantropia degli stati USA, i red states fanno un figurone, mentre il New England occupa in blocco gli ultimi posti della classifica. Alle ultime elezioni, Bush ha vinto in tutti i primi 25 stati della graduatoria, mentre negli ultimi 7 ha vinto Kerry. Mississippi, Arkansas, Oklahoma, Louisiana, Alabama, Tennessee, South Dakota e Utah sono gli stati che donano di più agli enti di beneficenza. I più avari, invece, sono Connecticut, Minnesota, Wisconsin, New Jersey, Rhode Island, Massachusetts e New Hampshire. [Link]
giovedì 11 novembre 2004
La sinistra che fugge dalla realtà.
Glenn Reynolds smonta, su Slate, le teorie cospiratorie secondo cui Bush avrebbe vinto le elezioni grazie a sofisticate frodi elettorali in Ohio e Florida (Greg Palast, il guru di Michael Moore, è uno dei teorici di questa ennesima fuga dalla realtà della sinistra americana). Reynolds consiglia ai repubblicani di non ripetere l'errore compiuto dai loro avversari durante e dopo la campagna elettorale: abbandonare il buon senso per diventare ostaggi dell'estremismo. [Link] Ann Coulter, su Frontpage Magazine, ha una spiegazione semplice per questa ultima ossessione della sinistra: i liberal non sanno fare le addizioni. [Link] Intanto James Wolcott, apprezzato critico musicale e cinematografico di Vanity Fair, icona liberal dell'Upper West Side di Manhattan, esprime pesanti apprezzamenti sulle chiappe di Andrew Sullivan. Per sua fortuna Wolcott non è un repubblicano, altrimenti la lobby gay di New York se lo sarebbe mangiato vivo. [Link]
mercoledì 10 novembre 2004
Dalla Casa Bianca alla Right Nation.
Ringraziando tutti i lettori che ci hanno accompagnato in questa lunghissima ma entusiasmante corsa verso la Casa Bianca, Ideazione ha deciso di trasformare il suo blog elettorale in un osservatorio permanente sulla Right Nation. Seguiremo, quotidianamente, le voci e gli umori di quell'America che i media europei preferiscono nasconderci o si ostinano a presentarci in una grottesca forma caricaturale, a volte per superficialità ma molto più spesso per ignoranza o mala fede. Il nostro non sarà, naturalmente, un punto di vista neutrale. Da tempo abbiamo piantato le nostre tende sulla riva destra del fiume. E non abbiamo alcuna intenzione di traslocare.
lunedì 8 novembre 2004
Welcome to the Bush Country.
Siamo proprio sicuri che soltanto il Sud e la Middle America abbiano votato per Bush?
sabato 6 novembre 2004
Kerry, i network e l'Ohio.
Il New York Times svela le ragioni che hanno "impedito" ai network televisivi (Fox e Nbc esclusi) di assegnare l'Ohio a Bush nella notte del 2 novembre: non è stata cautela o il ricordo di Florida 2000, ma una telefonata di Howard Wolfson e Mark Mellman. strateghi della campagna Kerry-Edwards. [Link] Rush Limbaugh spiega che in qualsiasi altro giornale questa sarebbe stata una notizia da prima pagina. Ma al New York Times... Testo e audio su RushLimbaugh.com. [Link]
venerdì 5 novembre 2004
giovedì 4 novembre 2004
Bush-Kerry: il conto finale.
CNN ancora non lo dice, ma Bush ha vinto 286-252 nel collegio elettorale e 51.0% a 47.9% nel voto popolare. Basta selezionare Iowa e New Mexico, gli stati bianchi, e fare i conti. Kerry è sotto di 13mila voti in Iowa e quasi 9mila in New Mexico. O i democratici stampano qualche migliaio di voti in fretta o è meglio che i network si rassegnino. Michael Badnarik, il candidato libertarian (0.32%), ha raccolto appena 27mila voti meno di Ralph Nader (0.35%): la sinistra ha davvero raschiato il fondo del barile. [Link] Jay Cost, su Horserage Blog, analizza il flop dei democratici. [Link] E Rush Limbaugh ci spiega, con la sua voce profonda, come l'ultimo scoop di Newsweek sulla disastrosa campagna elettorale di Kerry sia arrivato abbondantemente fuori tempo massimo. Testo e audio su Rushlimbaugh.com. [Link] Time, intanto, cerca di farsi perdonare...
mercoledì 3 novembre 2004
Game Over: Kerry si arrende.
La notte - e la valanga di voti per Bush - portano consiglio a Kerry. L'ex candidato democratico si arrende e telefona al presidente per concedere la sconfitta. I particolari su FOX News. [Link]
I risultati, minuto per minuto.
Il conto dei voti (quelli veri) da [CNN] [CBS News] [MSNBC] [Yahoo News]. Ohio e Florida nel mirino di [Horserace Blog].
5.38. Con il 97% delle schede scrutinate, Bush è davanti in Florida 52-47, con un margine che supera i 320mila voti. Recount this!
5.47. Bush senza troppi problemi in Arizona. Con l'87% delle schede contate, il presidente ha oltre 150mila voti di vantaggio (55-44).
6.10. I network assegnano ufficialmente la Florida a Bush. Il presidente è in testa anche in Colorado. Con il 66% delle schede contate, Bush ha un vantaggio di 110mila voti (54-45).
6.23. Con il 77% dei voti contati (absentee ballots esclusi), Bush conduce in Ohio con più di 145mila voti di vantaggio (52-48). Wisconsin, Iowa, New Hampshire, Nevada e New Mexico sono ancora "too close to call". Il Michigan scivola verso Kerry.
6.34. Ohio ancora in bilico. Kerry riduce il distacco a 123mila voti (51-49) con l'80% delle schede scrutinate. I network assegnano il New Hampshire a Kerry (51-49).
6.37. Quasi certamente Senato e Camera rimangono sotto il controllo del partito repubblicano.
6.41. Fox News assegna l'Ohio a Bush! Game Over?
7.00. Kerry resiste in Wisconsin con un margine di 25mila voti (50-49). Manca il 35% di schede da scrutinare. Rimonta di Bush in Iowa: adesso soltanto 785 voti lo separano da Kerry.
7.08. Problemi per Bush in Nevada (sotto di 3000). Ma sono stati contati solo il 17% dei voti. Il presidente strappa il New Mexico ai democratici, con 20mila voti di vantaggio (52-47). If it's not close, they can't cheat.
7.12. Anche NBC News assegna l'Ohio al Bush. Con l'88% delle schede contate, il presidente ha ancora 120mila voti di distacco. La CNN fa finta di niente e lascia lo stato "too close to call".
7.26. Con il 20% delle schede da contare, Bush conduce 51-48 a livello nazionale, con quasi tre milioni e mezzo di voti di vantaggio. Storica riconferma dei repubblicani alla Camera e al Senato.
7.33. Kerry non sembra avere intenzione di concedere la sconfitta. Flotte di avvocati democratici stanno probabilmente volando verso l'Ohio. Ma non sono riusciti a spuntarla nel 2000 con lo 0.01% di differenza in Florida e dopo aver vinto il voto popolare. Stavolta ci sono 100mila voti di margine e un distacco di oltre tre milioni di voti a livello nazionale. Una farsa.
8.10. Con il 96% delle schede contate, Bush conserva oltre 122mila voti di vantaggio in Ohio. CNN fa ancora finta di niente. Intanto in Iowa il presidente ha superato i 10mila voti di distacco. A livello nazionale, il margine di Bush ha superato i 3 milioni e mezzo di voti.
8.28. Incredibile. John Edwards sta confermando che i democratici non hanno intenzione di concedere la sconfitta. Intanto, nel mondo reale, Bush ha 10mila voti di vantaggio sia in Iowa che in Nevada, 125mila voti di vantaggio in Ohio (97% delle schede contate) e tre milioni e seicentomila voti di vantaggio a livello nazionale. I repubblicani mantengono il controllo della Camera e del Senato. E' ora di iniziare a pensare a Hillary.
9.00. Il vantaggio di Bush in Ohio sale a 137mila voti con il 98% delle schede scrutinate. Il presidente vince anche in New Mexico (52-47), Nevada (50-48) e Iowa (50-49). Al 90% dello spoglio totale, Bush ha quasi 4 milioni di voti di vantaggio a livello nazionale. I democratici non sono pronti a riconoscere la sconfitta. "Not tonight", dicono. Per noi, però, è già mattina. E dunque andiamo a dormire. Ma non prima di aver fissato per sempre nella nostra memoria la prima pagina del Manifesto. "Con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa Bianca [...] 311 voti elettorali a Kerry, solo 213 a Bush". Intanto, sul pianeta Terra, George W. Bush è stato rieletto presidente degli Stati Uniti d'America.
5.38. Con il 97% delle schede scrutinate, Bush è davanti in Florida 52-47, con un margine che supera i 320mila voti. Recount this!
5.47. Bush senza troppi problemi in Arizona. Con l'87% delle schede contate, il presidente ha oltre 150mila voti di vantaggio (55-44).
6.10. I network assegnano ufficialmente la Florida a Bush. Il presidente è in testa anche in Colorado. Con il 66% delle schede contate, Bush ha un vantaggio di 110mila voti (54-45).
6.23. Con il 77% dei voti contati (absentee ballots esclusi), Bush conduce in Ohio con più di 145mila voti di vantaggio (52-48). Wisconsin, Iowa, New Hampshire, Nevada e New Mexico sono ancora "too close to call". Il Michigan scivola verso Kerry.
6.34. Ohio ancora in bilico. Kerry riduce il distacco a 123mila voti (51-49) con l'80% delle schede scrutinate. I network assegnano il New Hampshire a Kerry (51-49).
6.37. Quasi certamente Senato e Camera rimangono sotto il controllo del partito repubblicano.
6.41. Fox News assegna l'Ohio a Bush! Game Over?
7.00. Kerry resiste in Wisconsin con un margine di 25mila voti (50-49). Manca il 35% di schede da scrutinare. Rimonta di Bush in Iowa: adesso soltanto 785 voti lo separano da Kerry.
7.08. Problemi per Bush in Nevada (sotto di 3000). Ma sono stati contati solo il 17% dei voti. Il presidente strappa il New Mexico ai democratici, con 20mila voti di vantaggio (52-47). If it's not close, they can't cheat.
7.12. Anche NBC News assegna l'Ohio al Bush. Con l'88% delle schede contate, il presidente ha ancora 120mila voti di distacco. La CNN fa finta di niente e lascia lo stato "too close to call".
7.26. Con il 20% delle schede da contare, Bush conduce 51-48 a livello nazionale, con quasi tre milioni e mezzo di voti di vantaggio. Storica riconferma dei repubblicani alla Camera e al Senato.
7.33. Kerry non sembra avere intenzione di concedere la sconfitta. Flotte di avvocati democratici stanno probabilmente volando verso l'Ohio. Ma non sono riusciti a spuntarla nel 2000 con lo 0.01% di differenza in Florida e dopo aver vinto il voto popolare. Stavolta ci sono 100mila voti di margine e un distacco di oltre tre milioni di voti a livello nazionale. Una farsa.
8.10. Con il 96% delle schede contate, Bush conserva oltre 122mila voti di vantaggio in Ohio. CNN fa ancora finta di niente. Intanto in Iowa il presidente ha superato i 10mila voti di distacco. A livello nazionale, il margine di Bush ha superato i 3 milioni e mezzo di voti.
8.28. Incredibile. John Edwards sta confermando che i democratici non hanno intenzione di concedere la sconfitta. Intanto, nel mondo reale, Bush ha 10mila voti di vantaggio sia in Iowa che in Nevada, 125mila voti di vantaggio in Ohio (97% delle schede contate) e tre milioni e seicentomila voti di vantaggio a livello nazionale. I repubblicani mantengono il controllo della Camera e del Senato. E' ora di iniziare a pensare a Hillary.
9.00. Il vantaggio di Bush in Ohio sale a 137mila voti con il 98% delle schede scrutinate. Il presidente vince anche in New Mexico (52-47), Nevada (50-48) e Iowa (50-49). Al 90% dello spoglio totale, Bush ha quasi 4 milioni di voti di vantaggio a livello nazionale. I democratici non sono pronti a riconoscere la sconfitta. "Not tonight", dicono. Per noi, però, è già mattina. E dunque andiamo a dormire. Ma non prima di aver fissato per sempre nella nostra memoria la prima pagina del Manifesto. "Con una valanga di voti gli americani cacciano Bush dalla Casa Bianca [...] 311 voti elettorali a Kerry, solo 213 a Bush". Intanto, sul pianeta Terra, George W. Bush è stato rieletto presidente degli Stati Uniti d'America.
martedì 2 novembre 2004
Collegio elettorale: aggiornamento.
Ultimo aggiornamento delle medie RealClear Politics stato per stato. Bush sembra irraggiungibile in West Virginia (+8.5%), Arkansas (+6.5%), Nevada (+6.3%), Colorado (+5.2%) e Missouri (+4.2%). Kerry è comodamente davanti in Maine (+9.5%) e Oregon (+4.8%). E dovrebbe avere pochi problemi anche in Michigan (+3.5%) e Minnesota (+3.2%). Restano otto stati: tre vinti da Bush nel 2000 (Florida, Ohio e New Hampshire: 51 voti elettorali) e cinque vinti da Gore (Pennsylvania, Wisconsin, Iowa, New Mexico e Hawaii: 47 voti elettorali). Escludendo le Hawaii, in cui un ribaltone repubblicano sarebbe davvero clamoroso, negli ultimi giorni Bush ha guadagnato terreno in Ohio (+2.0%), Wisconsin (+0.9%), New Hampshire (-1.4%) e Pennsylvania (-0.9%); mentre ha perso qualcosa in Florida (+0.6%), Iowa (+0.3%) e New Mexico (+1.4%). Allo stato attuale, assegnando anche gli stati in bilico, il presidente sarebbe rieletto alla Casa Bianca con 296 voti elettorali, contro i 242 di Kerry. Per capovolgere questo scenario, il candidato democratico dovrebbe conquistare una di queste combinazioni di stati: Florida/Ohio, Florida/Wisconsin, Ohio/Wisconsin o Florida/Iowa. [Link] La previsione finale di Ideazione, invece, è la seguente: Bush-Kerry 286-252 (pickup per Bush: Iowa e New Mexico; pickup per Kerry: New Hampshire). Per uova marce, pomodori e ortaggi, si consiglia di aspettare i risultati ufficiali.
Previsioni del tempo.
Piove in Ohio, Pennsylvania, Michigan nord-occidentale, Arkansas, Minnesota orientale, Washington State e Oregon. Nevica in Texas. Nuvoloso in Florida. [Link]
Sondaggi: prime proiezioni finali.
Iniziano ad arrivare le prime proiezioni finali a livello nazionale dei sondaggisti americani. Secondo Rasmussen Reports, Bush vincerà le elezioni con un margine di poco inferiore al 2% (50.2-48.5). Bush +1.7%. [Link] Il Marist College Institute for Public Opinion è di opinione diversa e vede Kerry davanti 50-49. Kerry +1.0%. [Link] Per Tarrance/Battleground, che nel 1992 e nel 1996 (un po' meno nel 2000) ha previsto il risultato finale con precisione estrema, Bush raccoglierà il 51.2% dei voti e Kerry il 47.8%. Bush +3.4%. [Link] La proiezione finale del Technometrics Institute of Policy and Politics vede Bush al 50.1% e Kerry al 48.0%. Bush +2.1%. [Link] Anche secondo CBS News e New York Times il presidente è in testa con il 49%, mentre Kerry insegue al 47%. Bush +2.0% [Link] UPDATE. Per Harris Poll, Bus conduce 49-48. Bush +1.0% [Link]
Il comizio di Osama. Quello vero.
Il Middle East Media Research Institute non si fidava dei traduttori pagati dai network televisivi Usa. E l'endorsement di Osama bin Laden se lo è tradotto da sé. Ha fatto bene a non fidarsi. [Link]
lunedì 1 novembre 2004
Il festival dei sondaggi nazionali.
Sarebbe buona norma di comportamento ignorare i sondaggi condotti interamente durante il weekend pre-elettorale. Ma i political-junkies sono, per definizione, maleducati. E allora: secondo il tracking-poll di Rasmussen Reports, Bush conduce con un vantaggio dell'1.4% nella media degli ultimi tre giorni (48.8-47.4) e dello 0.9% nella media settimanale (48.3-47.4). [Link] Per il tracking-poll di Opinion Dynamics per Fox News, Kerry ha scavalcato Bush e conduce con un margine del 2% (48-46). [Link] Il presidente è in testa, invece, nel tracking-poll di Zogby International per Reuters (48-47). [Link] Bush è in calo nel tracking-poll del Technometrics Institute of Policy and Politics, ma conserva un vantaggio del 2% (47-45). [Link] Ieri notte (ora italiana), sono stati diffusi anche altri due sondaggi nazionali. In quello di Gallup per CNN e Usa Today, il presidente ha un vantaggio del 2% tra i "likely voters" (49-47). Nella sua previsione finale, però, Gallup assegna il 90% degli indecisi a Kerry, portando il risultato sul 49-49. Ogni commento è superfluo. [Link] Secondo Marist, invece, Kerry è davanti con un margine dell'1% (49-48). [Link] UPDATE. Nel tracking-poll di ABC e Washington Post, Bush è di nuovo davanti 49-48. [Link]
Letture per la notte. E la mattina.
Selezione di letture per i deboli di cuore in attesa delle ultime ore di campagna elettorale. Meglio leggere che sudare freddo.
One more for the Gipper
Steve Forbes, Wall Street Journal
Reelect Bush, faults and all
George F. Will, Washington Post
The last, best case for George W. Bush
Newt Gingrich, The Arizona Republic
Campaign 2004: High Stakes
Paul Johnson, Weekly Latin American News Report
If Bush goes, I go
Mark Steyn, The Spectator
Why Bush will win
Dick Morris, New York Post
Please, no post-election heroic measures
Joseph Perkins, Union Tribune San Diego
Another document ties Kerry to Hanoi
Art Moore, World Net Daily
The competition throws stones at the New York Times scoop
Jack Shafer, Slate
Explosive charge
Jack Kelly, Post-Gazette
All but CBS relay info which casts doubt explosives lost by U.S.
Media Research
It's the turnout, stupid
Donald Lambro, Washington Times
Bin Laden bedazzled Saddam with jewel
Aaron Klein, World Net Daily
Justifications for backing Kerry fall flat
Mark Steyn, Chicago Sun-Times
One more for the Gipper
Steve Forbes, Wall Street Journal
Reelect Bush, faults and all
George F. Will, Washington Post
The last, best case for George W. Bush
Newt Gingrich, The Arizona Republic
Campaign 2004: High Stakes
Paul Johnson, Weekly Latin American News Report
If Bush goes, I go
Mark Steyn, The Spectator
Why Bush will win
Dick Morris, New York Post
Please, no post-election heroic measures
Joseph Perkins, Union Tribune San Diego
Another document ties Kerry to Hanoi
Art Moore, World Net Daily
The competition throws stones at the New York Times scoop
Jack Shafer, Slate
Explosive charge
Jack Kelly, Post-Gazette
All but CBS relay info which casts doubt explosives lost by U.S.
Media Research
It's the turnout, stupid
Donald Lambro, Washington Times
Bin Laden bedazzled Saddam with jewel
Aaron Klein, World Net Daily
Justifications for backing Kerry fall flat
Mark Steyn, Chicago Sun-Times
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