lunedì 24 aprile 2006

Par condicio

Facendo zapping sui canali Rai, in questi giorni, si ha la percezione netta di quale sarebbe il regime televisivo pronto ad attenderci se il governo-fantoccio di Prodinotti non fosse destinato a durare il tempo di uno starnuto. Ieri, sul divano impolverato di Serena Dandini nella trasmissione "Parla con lei" (talk to my hand cuz my face ain't listening), Marco Travaglio ci ha dato il classico esempio di cosa la sinistra intenda per "rispetto delle regole". Su un rete televisiva pubblica (pagata anche da me, insomma) e in pieno regime di par condicio, il compagno di merende di Peter Gomez ha dato vita ad uno show imbarazzante infarcito di tutti i luoghi comuni di cui il fronte coglion-giustizialista si è cibato nell'ultimo decennio per dimenticare il proprio fallimento storico, politico ed esistenziale. "In Italia - ha detto Travaglio, tra le altre cose - si ha l'illusione che fare informazione voglia dire prendere uno di destra e uno di sinistra e fargli dire la loro opinione. In realtà fare informazione vorrebbe dire raccontare le cose come stanno". Cioè, aggiungiamo noi, raccontare quella che - secondo una parte della sinistra (quella più violenta ed intollerante) - sarebbe la verità. "Travaglio è antipatico sia a Berlusconi che a D'Alema - ha chiosato una Dandini adorante ai limiti dell'ebetitudine - è proprio l'ospite perfetto in tempi di par condicio". Come dire che l'uomo giusto per farsi raccontare la verità sulla spartizione dell'Europa a Yalta sarebbe stato Stalin, perché stava antipatico sia a Churchill che (un po' meno) a Roosevelt.

Nessun commento: